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Perché Renzi fa bene a snobbare D’Alema, Della Valle e Scalfari. Parla Chicco Testa

Un clima assolutamente ingiustificato. Così vede Chicco Testa, imprenditore, manager e presidente di Assoelettrica, le nubi che improvvisamente si sono addensate su Palazzo Chigi. Stampa, imprenditoria e minoranza Pd sembrano aver cambiato verso sui finora decantati super poteri del presidente del Consiglio.

La luna di miele tra Renzi e il Paese è finita?
Che ci sia da parte del governo troppa carne al fuoco o cibi la cui cottura non procede nel modo atteso è indubbio. Come non vi è dubbio che la situazione economica è grave non solo in Italia ma in tutta Europa. Da qui ad accollare tutta la responsabilità sul presidente del Consiglio ci passa di mezzo l’oceano Atlantico. Il governo Renzi ha fatto decisamente di più dei precedenti esecutivi, eccezion fatta forse per i primi mesi del governo Monti.

Eppure c’è una larga parte di commentatori che è d’accordo con le ultime esternazioni di Massimo D’Alema: “I risultati non sono soddisfacenti”…
Renzi ha fatto cose incredibili sotto certi aspetti. Penso alla prima lettura della riforma istituzionale approvata in Senato, agli 80 auro, agli stipendi bloccati per i manager pubblici. Chi dice che Renzi non fa le cose, come Massimo D’Alema, Eugenio Scalfari, Lucia Annunziata, dovrebbe avanzare delle proposte invece che limitarsi a prediche scarsamente efficaci. La verità è che in Italia continuano ad agire forze politiche, sociali, economiche contrarie a qualsiasi tipo di cambiamento. È una sindrome Nimby – sì al cambiamento ma non nel mio giardino – diffusa.

È questa sindrome che Renzi deve combattere per riuscire a cambiare davvero l’Italia?
Uno dei motivi per cui Renzi è così contestato è che non si consulta con le “mamme santissime” del nostro Paese. La classe dirigente che ha sempre avuto canali apertissimi con Palazzo Chigi ora è disorientata dal nuovo modo di fare renziano. Renzi fa bene, continui così.

Anche tra gli industriali, come Della Valle, Marchionne, lo stesso Squinzi, non sembra riscuotere più tanto successo. Lei che fa parte di Confindustria può aiutarci a capire perché?
Temo che il problema di Della Valle si chiami Ntv. Per quanto riguarda Confindustria, essa, come tutta la cultura politica italiana, è orfana della spesa pubblica. Ci si è sempre basati sulla disponibilità della spesa pubblica ma ora non è più così e non si riesce a capire cosa fare senza i suoi cordoni. Ma ci vuole un po’ di logica. Non è colpa del presidente del Consiglio se non ci sono soldi.

Lei cosa consiglierebbe di fare a Renzi?
Tre fronti su cui puntare. Primo. Prendere per le corna l’articolo 18. Personalmente sono per il suo completo superamento ma anche con una soluzione intermedia alla Pietro Ichino bisogna fare in fretta. Esso non riguarda solo tremila casi come ha detto Renzi ma un atteggiamento generale nei confronti del lavoro. Secondo. Tagliare la spesa pubblica. Terzo. Intervenire sulla burocrazia. Non sono i burocrati il problema ma le tonnellate di norme, legislazioni, autorizzazioni vigenti che portano a perdere anni per aprire una pizzeria.

Su cosa invece Renzi ha sbagliato? Una delle misure più nel mirino delle critiche è quella degli ottanta euro.
Gli 80 euro sono una delle migliori misure del governo Renzi. Non capisco dove sia il problema. L’unica cosa su cui ha sbagliato forse è averla presentata come bonus e non come sgravio fiscale per i ceti meno abbienti. La sinistra si scaglia contro questo provvedimento ma esso vale molto più di un rinnovo contrattuale.

Renzi dovrebbe lasciare la segreteria del Pd come chiedono D’Alema e Bersani?
Assolutamente no, non ne vedo né la necessità, né l’opportunità. Se la minoranza Pd vuole fare opposizione a Renzi metta sul tavolo proposte concrete. Per adesso non ne ho vista neanche una.



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