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Le ultime gesta di Matteo Sancho Panza Renzi

Con penna compiaciuta e simpatetica scrive Tommaso Labate sul Corriere della sera del 4 settembre: “Debora Serrachiani vola da una festa dell’Unità ad un’altra. Scende da un treno, sale su di una macchina, poi su un palco, poi su un’altra macchina, poi su un altro palco”. Il bravo cronista sorvola sul fatto che la Peter Pan al femminile del Pd (la donna per sempre ragazzina) dovrebbe anche amministrare una Regione. Oltre ovviamente ad essere vice segretaria del partito e responsabile (lo ricorda lei stessa nell’intervista) delle politiche infrastrutturali. Quanto a poltrone, poltroncine, strapuntini e sgabelli, gli affiliati alla “band of brothers” di Matteo Sancho Panza Renzi non si fanno mancare niente.

Ho visto ed ascoltato, in un tg, l’intervista al sen. Antonio Razzi sul suo pellegrinaggio in Corea del Nord. Subito ho pensato che fosse un’esilarante esibizione di Maurizio Crozza. Poi mi sono reso conto che, a parlare, era proprio l’ineffabile frequentatore – a tempo perso – di Palazzo Madama, il quale è il solo essere umano in grado di rendersi spontaneamente più ridicolo della sua caricatura.

Non c’era alcun bisogno del libro-vendetta di Valérie Trierwailer per sapere che Francois Hollande “odia” i poveri. È un tratto comune di tutti i socialisti. Anche in Italia il Pd prende i suoi voti nei ceti garantiti come il pubblico impiego, gli insegnanti, i pensionati, gli intellettuali di regime e quant’altro. Del resto, il termine spregiativo di “sottoproletariato” appartiene alla vulgata marxista.

Ridateci Massimo D’Alema. Per confutare le sue critiche, al governo e all’andazzo del partito, i prosseneti del renzismo gli sbattono in faccia il 41% dei consensi ottenuti dal Pd nelle elezioni europee. Italiani, che cosa avete fatto!

Neppure Chavez avrebbe osato assumere 150mila insegnanti di cui non vi è alcun bisogno, al solo scopo di accrescere il consenso in un settore elettoralmente orientato a sinistra. E’ troppo facile creare lavoro così. Basta essere dei demagoghi irresponsabili.

Le Forze Armate e la Polizia erano rimaste l’ultimo presidio contro lo sfascio del Paese. Renzi lo sta demolendo.

Il premier non va a Cernobbio. Ma siamo sicuri che l’abbiano invitato? Di solito a questo prestigioso summit partecipa un pubblico selezionato, che ha qualche cosa da dire.



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