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Il Pd riuscirà a rompere le catene giustizialiste che lo avvinghiano?

La macchina delle primarie del Pd si è inceppata in Emilia Romagna in conseguenza delle inchieste giudiziarie che hanno coinvolto i due candidati più forti per succedere a Vasco Errani. Nello stesso tempo l’Anm ha aperto, a livello nazionale, un fronte polemico, duro e sprezzante, contro la riforma della giustizia, fino ad ora solo annunciata, del governo Renzi, che, ad avviso dell’Associazione delle toghe, è nei fatti una ‘’controriforma’’ dell’ordinamento della magistratura. Come se l’efficienza della giustizia non dipendesse anche dall’organizzazione del lavoro degli operatori. Il Pd è ad una svolta. Il suo rapporto con le toghe è indicato nel bel saggio di Claudio Cerasa (Le catene della sinistra, Rizzoli) come la prima delle catene che ha costretto la sinistra a diventare portavoce di un movimento di conservazione e di difesa dello status quo. Una catena che ha legato o, per meglio dire, imprigionato per sempre alla parola ‘’moralismo’’ e ‘’giustizialismo’’.

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Riuscirà Matteo Renzi a voltare pagina e a liberare il suo partito dalla sindrome dei pm o si accontenterà di qualche battuta televisiva come ha cominciato a fare nel salotto di Bruno Vespa? Sappia, però, che, se tira diritto, dovrà impegnarsi in una vera e propria guerra, nella quale correrà dei rischi anche sul piano personale. Perché i suoi avversari non fanno prigionieri.

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Si racconta che, nel XIX secolo, al momento di coricarsi dopo le nozze, i mariti chiedessero alle mogli: ‘’Non ti ha spiegato nulla tua madre?’’. La domanda riguardava l’adempimento dei c.d. doveri coniugali. Oggi ci permettiamo di chiedere al giovane premier: ‘’Non le ha spiegato nulla Silvio Berlusconi?’’. Ovviamente ci riferiamo ai rapporti con la magistratura.

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Torniamo ai dati sull’istruzione in Italia e nei Paesi Ocse. Anno 2012, numero di studenti per insegnante: infanzia, Italia 12, media Ocse 14; primaria, rispettivamente 12 e 15; secondaria 12 e 13. Ore annuali di insegnamento: infanzia, Italia 930, media Ocse 1.001; primaria rispettivamente 752 e 782; secondaria inferiore 616 e 694; secondaria superiore, 615 e 655. Da noi un adolescente su 7 lascia gli studi.

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