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Ecco come Papa Francesco tuona contro la terza guerra mondiale

Una visita lampo, quella di Francesco a Redipuglia. Niente tour culturali ad Aquileia come pure gli era stato prospettato, niente visita alla casa di riposo di Ronchi dei Legionari, paese a una manciata di chilometri dal Sacrario. Il Papa ha voluto concentrare il suo messaggio su quell’immenso cimitero incastrato sui colli carsici che cent’anni fa videro morire centinaia di migliaia di uomini e ragazzi. Nessuna distinzione di nazionalità, di lingua, d’etnia. Francesco s’è prima di tutto recato al cimitero austro-ungarico, quindi ha celebrato la messa davanti alla scalinata sormontata dalle tre croci, moderno Golgota.

“IL PIANO DI SVILUPPO DELLA GUERRA E’ LA DISTRUZIONE”

L’omelia, brevissima, è di quelle destinate a rimanere negli anni come momento significativo del pontificato. Una riflessione sull’inutilità della guerra, definita “folle”. Mentre “Dio porta avanti la sua creazione, e noi uomini siamo chiamati a collaborare alla sua opera, la guerra distrugge. Distrugge anche ciò che Dio ha creato di più bello: l’essere umano”, ha scandito serissimo il Papa. “La guerra stravolge tutto, anche il legame tra fratelli. La guerra è folle, il suo piano di sviluppo è la distruzione: volersi sviluppare mediante la distruzione”, ha aggiunto.

L’IDEOLOGIA CHE CHE GIUSTIFICA L’AMBIZIONE AL POTERE

Ha elencato anche le cause, i motivi che portano i popoli a scannarsi: “La cupidigia, l’intolleranza, l’ambizione al potere”. Motivi che “spesso sono giustificati da un’ideologia”. Prima, però, “c’è la passione, c’è l’impulso distorto. L’ideologia è una giustificazione, e quando non c’è una ideologia, c’è la risposta di Caino: ‘A me che importa?, sono forse io il custode di tuo fratello?'”. La guerra, ha osservato il Pontefice, “Non guardia in faccia nessuno: vecchi, bambini, mamme, papà”.

TERZA GUERRA MONDIALE IN CORSO

Francesco è tornato ancora una volta a parlare di “terza guerra mondiale”, come già aveva fatto nel corso della conferenza stampa in aereo, di ritorno dal viaggio agostano in Corea del Sud. Stavolta, il Papa ha aggiunto una riflessione sul pianto: “C’è il pianto, c’è il dolore. E da qui ricordiamo tutte le vittime di tutte le guerre”.

IL RIFERIMENTO AI CONFLITTI DI OGGI

Quindi il Papa ha fatto riferimento, senza scendere in particolari, ai conflitti che dilaniano il mondo: “Anche oggi le vittime sono tante. Come è possibile questo? E’ possibile perché anche oggi dietro le quinte ci sono interessi, piani geopolitici, avidità di denaro e di potere, e c’è l’industria delle armi, che sembra essere tanto importante. E questi pianificatori del terrore, questi organizzatori dello scontro, come pure gli imprenditori delle armi, hanno scritto nel cuore ‘A me che importa?”.

L’UMANITA’ CHE SI VOLTA DALL’ALTRA PARTE

Francesco ribadisce dunque la netta opposizione a ogni bellicismo che anima chi ha “Il cuore corrotto e ha perso la capacità di piangere” e chi non ha timore di questa “follia”. In particolare, il Papa ha denunciato l’ideologia che spesso spinge a muovere guerra l’uno all’altro. Importanti sono state poi le parole riguardo il voltarsi dall’altra parte dell’umanità rispetto alle “persone che avevano i loro progetti e i loro sogni”.


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