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Articolo 18, perché sono tutti contenti (tranne Camusso e Landini)

Sull’emendamento del governo al Jobs Act tutti hanno vinto, nessuno ha perso. La battaglia vera è rimandata al momento dei decreti legislativi.

Nel perimetro dell’emendamento per ora ci stanno agevolmente le posizioni dei principali protagonisti: dal ministro Giuliano Poletti ai presidenti Maurizio Sacconi e Cesare Damiano, passando per Pietro Ichino.

Per ora è comunque importante che la maggioranza si riconosca nell’esigenza di adeguare due norme importanti dello statuto e di rimettere mano, con il contratto a tutele crescenti, alla disciplina del licenziamento individuale, in termini generali.

Ma che la reintegra non possa fare parte di questa nuova tutela modulata non sta scritto da nessuna parte. Non è positivo invece l’esplicito riferimento a una potatura dei contratti flessibili, che nell’emendamento Ichino venivano salvaguardati.



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