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Khorasan, i misteri del gruppo terroristico

Nei bombardamenti iniziati in Siria il 23 settembre sono state colpite duramente in prossimità di Aleppo le posizioni di un misterioso nucleo terroristico, di cui non si era mai sentito parlare: il Gruppo Khorasan. Le notizie che lo riguardano sono poche, incerte e anche contraddittorie.

Farebbe capo ad al-Qaeda, direttamente o per il tramite del Fronte al-Nusra, di cui farebbe parte. Al-Nusra è stato definito dal capo di al-Qaeda, il medico egiziano al-Zawahiri, l’unico legittimo rappresentante in Siria dell’organizzazione terroristica.

La priorità data all’attacco contro il Gruppo Khorasanè stata motivata dal comando USA dal fatto che l’intelligence avrebbe affermato che il gruppo stava pianificando attentati negli USA e in Europa e che disponeva già della capacità di effettuarli. La notizia è stata poi smentita. Il gruppo vorrebbe attaccare il “nemico lontano”, come si è sempre proposto di fare al-Qaeda, ma non avrebbe le capacità né l’organizzazione necessarie. Il pericolo non sarebbe imminente.

Insomma, il mistero sul Gruppo Khorasan rimane. Taluni mettono in dubbio la sua stessa esistenza. Affermano che farebbe parte del Fronte al-Nusra, riunendoi volontari provenienti dall’Afghanistan e dal Pakistan. Sarebbe agli ordini di un trentatreenne kuwaitiano, certo Musainal-Fahdi, veterano di al-Qaeda, già guardia del corpo di Osama bin Laden ed esperto di esplosivi. All’inizio era stato detto che fosse rimasto ucciso. Anche tale notizia è incerta. E’ stata smentita e non vi è modo di controllarla.

Le informazioni sulla pericolosità del Gruppo Khorasan e quelle necessarie per colpirlo sarebbero state fornite agli americani dall’intelligence siriana. La notizia mi sembra credibile. Secondo taluni si sarebbe trattato di un “bidone”tirato agli USA da quest’ultima, perché funzionale agli interessi del governo di Baghdad. Lo dimostra anche la notizia, confermata da più fonti, che gli insorti siriani siano furiosi per l’attacco americano contro un’unità del Fronte al-Nusra, mentre gli aerei USA non hanno attaccato Assad e le sue forze. Gli insorti sospettano un “doppio gioco” da parte americana.

In Iraq gli USA collaborano apertamente con l’Iran, principale sponsor di Assad, mentre in Siria i servizi d’intelligence occidentali sono certamente in contatto con quelli siriani per identificare i volontari recatisi in Siria a combattere.
Tra al-Qaeda e l’ISISesiste una competizione sempre più dura per avere la direzione del movimento jihadista. Il Califfo Abu Badr al-Baghdadi ha usato toni sprezzanti di al-Zawahiri e dei suoi. Al-Nusra ha attaccato più volte l’ISIS. Insomma, un pasticcio, in cui domina l’incertezza su chi sia alleato e chi nemico. Gli insorti moderati non riescono a capire la strategia degli USA. Osama ha dichiarato di volerli aiutare, per allontanare Assad dal potere. Di fatto, fa bombardare i loro alleati, ma non il presidente siriano.

Taluni osservatori hanno avanzato l’ipotesi che il Gruppo Khorasan non esiste. Sarebbe stato inventato per estendere i bombardamenti contro l’ISIS agli al-qaedisti. Gli USA sono giustamente preoccupati. Dopo gli attacchi americani in Afghanistan, Pakistan, Yemen e Somalia al-Qaeda sembra aver perduto le sue capacità strategico-operative. E’ diviso in nuclei regionali indipendenti e che operano di testa propria con obiettivi propri. Sta però risorgendo in Siria. Potrebbe riacquisire la capacità di effettuare maxi-attentati molto sofisticati come quelli dell’11 settembre 2001. Con l’eccezione di talune frange radicali nei paesi arabi, tutti – dagli USA all’Europa alla Russia e anche all’India e alla Cina – applaudono al fatto che in Siria vengano eliminati quanti più terroristi possibile. Che appartengano all’ISIS o ad al-Qaeda ha scarsa importanza. L’ha solo per gli insorti siriani che vedono colpiti anche chi li aiuta nella loro lotta contro Assad.

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