Fondi comunitari, regionali e nazionali per un totale di circa sette miliardi di euro daranno linfa al nuovo piano “Banda ultra larga 2014-2020” stilato dal sottosegretario alla presidenza del consiglio Graziano Delrio con cui il governo Renzi prova a recuperare il gap con il resto dell’Europa.
Il piano – svelato da Alessandro Longo su Repubblica – sarà completato entro il 15 ottobre e consegnato alla Commissione europea entro fine mese. Le risorse saranno focalizzate sulla realizzazioni di reti con copertura a 100 megabit e serviranno anche per potenziare, con fibra ottica, le antenne cellulari in modo da favorire la navigazione internet in mobilità.
Una fonte della maggioranza di governo precisa a Formiche.net che la definizione del nuovo piano della banda ultra larga è stato affidato al sottosegretario allo Sviluppo Economico con delega alle Telecomunicazioni, Antonello Giacomelli, con il supporto dell’Agenzia digitale, mentre a Delrio spetta la supervisione del documento integrale.
ALCUNI DATI
Secondo il dossier allegato al decreto Sblocca Italia e contenente Misure urgenti per la digitalizzazione del Paese, “l’Italia è all’ultimo posto per quanto riguarda la diffusione della banda larga ad alta velocità (velocità pari o superiori a 30Mbps); al penultimo posto (seguita solo dalla Grecia) per quanto riguarda la diffusione della banda larga ultra veloce (velocità pari o superiori a 100Mbps) e ad uno degli ultimi posti (dopo l’Italia, Romania, Bulgaria e Grecia) per quanto riguarda la percentuale di individui che utilizzano regolarmente internet (intorno al 56% a fronte dell’obiettivo europeo del 75% entro il 2015”.
LE AREE BIANCHE
I fondi pubblici andranno adesso a colmare i vuoti degli investitori privati portando la banda larga nelle zone di disinteresse degli operatori. “Solo il 19 per cento della popolazione nazionale risulta residente in territori nei quali almeno un operatore ha manifestato interesse per l’installazione di un servizio di banda ultra-larga – si legge sul Piano strategico banda ultra-larga elaborato dal Ministero dello sviluppo economico – il resto del territorio nazionale è quindi considerato ‘area bianca’, cioè non raggiunto dalla banda ultra-larga ed oggetto quindi di possibili interventi”.
L’OBIETTIVO DEL PIANO BANDA ULTRA LARGA
La maggior parte delle risorse destinate dal piano alla banda larga vengono dai fondi agricoli (Feasr) e di sviluppo regionale (Fesr), di competenza delle Regioni.
“L’obiettivo, nel complesso, è di dare i 100 Megabit al 50 per cento della popolazione e i 30 Megabit al 100 per cento entro il 2020, secondo i dettami dell’Agenda digitale europea. Adesso siamo intorno al 20 per cento, contro una media Ue che ha superato il 50 per cento”, si legge su Repubblica.
Al momento gli operatori italiani non avrebbero presentato piani nazionali di copertura a 100 megabit, nonostante i recenti investimenti sulla fibra ottica avviati da Vodafone e Fastweb.
Ragione per cui sarà molto più semplice raggiungere l’obiettivo dei 30 megabit che gli operatori promettono di garantire al 70% della popolazione entro il 2020.
ALCUNE REAZIONI
Un plauso al nuovo piano di Delrio è giunto da Franco Pizzetti, ex presidente dell’Autorità per la protezione dei dati personali:
http://t.co/OXomz3nWzP
Rep. Longo Delrio e la banda larga. Fondi europei e innovazione. Molto più che un segnale.Una scelta. Coraggiosa
— francesco pizzetti (@francopizzetti) 5 Ottobre 2014
Stefano Di Traglia, Responsabile della comunicazione del Pd, ha osservato invece che:
Concretizzare il piano del governo per internet veloce e banda ultra larga sarebbe applicazione in epoca digitale dell'art. 3 della Cost.
— Stefano Di Traglia (@Ditrast) 5 Ottobre 2014