Molti errori di politica estera sono stati compiuti durante l’amministrazione di Barack Obama e alcuni di questi hanno condotto al conflitto con “l’Isis e le sue ramificazioni”: un “genere di guerra che potrebbe durare 30 anni”.
L’INTERVISTA A USA TODAY
A lanciare quest’accusa non è un qualunque oppositore repubblicano, ma l’ex direttore della Cia e poi numero uno del Pentagono Leon Panetta. Su Usa Today, nella sua prima intervista sul suo nuovo libro “Worthy Fights: A Memoir of Leadership in War and Peace”, Panetta sostiene che le decisioni prese dal presidente Obama nel corso degli ultimi tre anni hanno reso questa battaglia più difficile. Una valutazione che lo stesso media americano definisce “esplosiva”.
GLI ERRORI IN IRAK
Già nel primo excerpt pubblicato dal Time, Panetta non era stato tenero con il Commander in chief Usa e in particolare con il suo “cerchio magico”, accusato di aver sabotato ogni possibilità di negoziare con il governo irakeno la permanenza di truppe americane nel Paese oltre il 2011. Una misura che per l’ex numero uno della Cia avrebbe evitato che sul territorio di Baghdad si acuisse la tensione tra sunniti e sciiti, terreno fertile per l’ascesa del Califfato di al-Baghdadi.
UN LEADER INEFFICACE?
Nella sua conversazione con Usa Today, Panetta riconosce a Obama delle doti da leader come “la sua intelligenza, le sue convinzioni, la sua determinazione a fare ciò che è bene per il Paese“.
Allo stesso tempo, però, elenca tutti gli sbagli commessi a suo avviso dall’ultimo inquilino della Casa Bianca: dalla definizione della famosa “linea rossa” sulle armi chimiche per il regime di Bashar al-Assad al non accettare il suo consiglio e quello dell’allora segretario di Stato Hillary Clinton, di fornire armi ai ribelli moderati siriani sin dal 2012.