Skip to main content

Da Desenzano alla Leopolda blu, così ricostruiremo il centrodestra. Parla D’Alia (Udc)

Da Desenzano alla Leopolda blu, sarà un week-end importante per il centrodestra. Sul lago di Garda, l’Udc dà appuntamento per “La Buona Direzione, aria popolare per il futuro dell’Italia” che vedrà fianco a fianco sullo stesso palco esponenti di Ncd, Forza Italia, Lega Nord e Fratelli d’Italia. A Milano domani è il giorno di Sveglia centrodestra, l’atteso appuntamento nato sulla scia del dibattito scaturito su Formiche.net dove accademici, politici, attivisti e imprenditori proveranno a dare la scossa a un’area dormiente.

Gianpiero D’Alia, presidente dell’Udc, parteciperà a entrambe le iniziative. Qui spiega il perché, allargando il campo a crisi della politica, rapporti con il governo e con Forza Italia e Costituente popolare.

Presidente, come mai ha scelto di aderire a Sveglia Centrodestra?
E’ necessario che in un’area politica oggi marginale perché divisa e non attrattiva come quella del centrodestra si apra un dibattito sui contenuti. Ecco perché tutti i tentativi, soprattutto quelli di giovani impegnati come i ragazzi di Sveglia Centrodestra, sono utili per provare a costruire dal basso un nuovo soggetto politico con una rinnovata classe dirigente.

Per il rinnovamento della classe dirigente, i giovani di Sveglia Centrodestra hanno in mente le primarie. Condivide?
Il tema fotografa la crisi esistente dei partiti. Esistono a mio avviso due modi per risolverla. Uno è il coinvolgimento occasionale dei cittadini con le primarie, uno strumento che ha pregi e difetti ma non è sicuramente l’obiettivo finale. Nel medio e nel lungo periodo, bisogna pensare invece a rinnovare e rigenerare i partiti che, come prevede la Costituzione, devono diventare la cinghia di trasmissione tra la comunità e le istituzioni. Una democrazia senza partiti si rivela fallimentare. L’esempio del M5S da questo punto di vista è significativo. Il partito di Grillo è in crisi perché non è riuscito a tradurre la sua forza elettorale in azioni concrete.

Anche il centrodestra è in crisi. Oggi e domani, l’Udc si ritrova a Desenzano per un confronto che ha come obiettivo la riunificazione del polo moderato. Non è un miraggio, visto il gelo tra le attuali componenti di centrodestra che si è visto per gli accordi sulle Regionali?
Ci troviamo in una situazione difficile. Anche le Regionali sono la fotocopia della crisi dei partiti politici. Il punto è che si ragiona come se ci fossero ancora le aree del centrodestra e del centrosinistra come le abbiamo conosciute in passato e invece sta cambiando tutto. A sinistra, Renzi ha imposto una mutazione radicale al Pd. Dall’altra parte, la discussione al momento non è adeguata a competere con la nuova offerta renziana. Essa non può basarsi solo sulle note divisioni e polemiche del vecchio centrodestra. Lo sforzo che dobbiamo fare, ecco il senso della manifestazione di Desenzano, è ripartire dai contenuti, dalle cose concrete per capire se c’è possibilità di dialogo a livello parlamentare. E’ una sfida difficile ma da portare avanti per dare una rappresentanza politica a milioni di elettori disorientati.

Il coordinatore nazionale di Ncd Gaetano Quagliariello ha prospettato in un’intervista a Formiche.net una duratura collaborazione con il Pd, più lunga dei famosi Mille giorni, per cambiare il Paese. E’ d’accordo?
Non farei previsioni, ogni mese in questo Paese sembra un’era geologica. Sicuramente ora siamo tutti impegnati a sostenere questo governo di emergenza e a fare quelle riforme strutturali che servono per uscire dalla crisi. La durata di questa collaborazione dipenderà dal successo nel portarle avanti ma non credo che i tempi siano maturi per parlare di alleanze che vadano al di là dei Mille giorni.

Per realizzare queste riforme, sarebbe opportuno l’ingresso di Forza Italia nella maggioranza di governo?
Penso che questo tema meriti una valutazione più approfondita da parte di Forza Italia. In un governo come quello di Renzi dove ci sono delle aperture importanti su tematiche liberali che sono nel dna di forze come Udc, Ncd e anche Fi, sarebbe paradossale sfuggire a questa sfida e non provare dall’interno ad alzare l’asticella.

Ma questa Costituente popolare tra Ncd, Udc, Popolari per l’Italia e parte di Sc si fa o no? Basta tira e molla…
Penso che la Costituente popolare sia una buona iniziativa ma occorre che sia oggetto di un’analisi migliore. Essa deve essere il seme di qualcosa di più grande che possa costruire nel tempo una nuova offerta politica. Non può essere il seme di un bonsai solo per consolidare una maggioranza parlamentare utile agli equilibri governativi. Si vuole seguire solo una strada tattica basata sulla contingenza o essere promotori di qualcosa di più ampio su modello della grandi democrazie europee?


CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter