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Speciale Leopolda Blu

Tic tac, tic tac. La sveglia al centrodestra è suonata. Oggi al Centro filologico milanese giovani attivisti insieme ad accademici, imprenditori, professionisti e politici, dopo mesi e mesi di discussione sulla Leopolda blu anche su Formiche.net, si sono ritrovati per provare a dare un futuro al polo moderato.

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L’INVITO DI CASTELLANI
“Mettetevi in gioco, uscite dal bunker”, ha detto il motore di Sveglia Centrodestra, Lorenzo Castellani, citando Margaret Thatcher: “La politica è la storia vivente, noi non vogliamo raccontare la storia morente di un centrodestra che abbraccia Matteo Renzi e non è in grado di governare”.

LE DEFEZIONI
Nonostante la logica inclusiva, “non un evento contro qualcuno ma per qualcosa” ha spiegato il direttore de La Cosa blu, tante le defezioni, anche dell’ultima ora, registrate soprattutto in Forza Italia. Un ordine che arriverebbe direttamente dall’alto, si sussurra tra gli organizzatori, che ha fatto dire no al responsabile della formazione degli enti locali Alessandra Cattaneo (“chi due anni fa predicava la formattazione e ora si comporta come un burocrate stipendiato dal partito”, commenta Castellani), all’europarlamentare Lara Comi, al sindaco di Ascoli Piceno Guido Castelli che fino a qualche giorno fa elogiava su Formiche.net l’iniziativa e ieri sera ha cambiato idea con un sms.

LA PASSERELLA
Molti però gli esponenti politici anche di spicco che hanno invece accolto l’invito dei giovani leopoldini: Raffaele Fitto, Daniele Capezzone e Giuseppe Moles per Forza Italia, Maurizio Lupi, Gaetano Quagliariello e Roberto Formigoni per Ncd, Gianpiero D’Alia per l’Udc, il leader dei Popolari Mario Mauro, Oscar Giannino. Tanto che una parte di Sveglia Centrodestra sembrava essersi trasformata in una passerella in cui i vari big intervenuti si sono alternati sul palco predicando unità e ascolto, salvo poi manifestare freddezza l’uno con l’altro e trattenendosi solo per il loro monologo.

IL METODO E GLI INTERVENTI
Con un countdown, più o meno implacabile, di cinque minuti, decine e decine di oratori sono saliti sul palco per raccontare la loro idea di centrodestra e firmare una volta scesi il “contratto” che prevede primarie e centrodestra unito.

Ecco la sintesi di alcuni degli interventi più efficaci:

Giovanni Affinita, imprenditore, ha posto l’enfasi sul terzo settore e sul rapporto che ci dovrebbe essere tra no profit e centrodestra. La parola chiave per lui è liberalizzazione.

C’è stata la famiglia al centro dell’intervento di Benedetto Ippolito. Secondo il professore di Storia dell’Università Roma Tre, è questo l’asset fondamentale per la ricomposizione del centrodestra: “La convinzione profonda che deve ispirarci è la centralità della vita, dal momento del concepimento fino alla fine. Essa viene fondata dalla famiglia, per questo dobbiamo proteggerla”.

Più pratica la proposta dell’ex ministro della Difesa, Mario Mauro: “Sarebbe utile per favorire la ricomposizione del centrodestra che i partiti centristi che fanno parte della maggioranza tolgano il loro sostegno a Renzi, che non rappresenta più un governo di grande coalizione, ma un esecutivo di chiara impronta politica”. Il leader dei Popolari per l’Italia ha poi parlato della necessità di un passaggio di testimone con nuovi protagonisti della politica, come possono essere i giovani organizzatori dell’evento.

Molto applaudito l’intervento di Galeazzo Bignami, consigliere regionale dell’Emilia Romagna di Fi, che ha parlato di una battaglia culturale da portare avanti per un Paese in cui “i marò siano in Italia e i Battisti in galera”.

Suggerisce il termine “reinvenzione” più che riunificazione il senatore alfaniano nonché ex presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni che invita i leopoldini a organizzare seminari tematici specifici “per tornare a pensare e a non avere paura di osare ed essere irriverenti”.

L’imprenditore Adriano Teso si dice “terrorizzato dai leader, dai pifferai. Abbiamo decine di Renzi in questa sala ma devono fare squadra, è questo che conta”. Secondo il presidente dell’associazione Studi Liberali, per il futuro del polo moderato “non bisogna commettere l’errore di pensare a un partito unico del centrodestra, il Pdl è stato il più grande errore commesso”.

Bacchetta la classe dirigente che “viene qui a prendersi l’applauso dicendo che il futuro siete voi e che loro hanno fallito” uno storico rappresentante di Fi come Giuseppe Moles: “Perché allora non vi siete dimessi? Dove eravate? Ora è il momento di parlare”, domanda.

Adolfo Urso, presidente della Fondazione Fare Futuro, vorrebbe l’elaborazione di “un programma di salvezza nazionale” perché “o il centrodestra parte da subito con vocazione maggioritaria e di governo del Paese o scompare, non può arroccarsi su se stesso”.

Individua tre ambiti caratterizzanti il centrodestra il coordinatore nazionale di Ncd Gaetano Quagliariello: “La spesa pubblica, la politica estera, e soprattutto i princìpi. Noi pensiamo che la libertà è qualcosa che non ci viene dallo Stato ma deriva dalla nostra responsabilità”. E bolla come “icona negativa di oggi il sindaco di Roma Ignazio Marino, che in un colpo solo elargisce diritti fasulli trascrivendo matrimoni che non hanno alcun valore, e contemporaneamente stanga i cittadini con tasse vere portando le imposte e le tariffe comunali ai vertici delle classifiche italiane”.

Elogia l’iniziativa il presidente della Commissione Finanze della Camera Daniele Capezzone (Forza Italia) che parla a riguardo di “primarie delle idee” e individua nella grande battaglia sui temi fiscali l’elemento di unione del polo moderato.

Batte sulle primarie l’europarlamentare Raffaele Fitto, leader dei ribelli azzurri, perché “non si possono calare dall’alto i candidati senza avere un programma e una coalizione”. E pur ribadendo di fare parte ora e in futuro di Fi, sottolinea come non ci si possa ridurre a fare le “dame di compagnia di Renzi”.

Ha invitato i giovani leopoldini a “non fare la stampella di chicchessia” il fondatore di Formiche Paolo Messa suggerendo di porre al centro della riflessione la politica estera e la valorizzazione del rapporto atlantico.

E ORA?
La sfida che si danno i giovani di Sveglia Centrodestra è quella di formare un gruppo che possa da subito iniziare a ribattere colpo su colpo alle posizioni del governo. E a portare in giro per l’Italia il simbolo e le loro idee in una stagione di riflessione che parta dal territorio e segua la massima di Edmund Burke ispiratrice dell’intera manifestazione: “Ciò che è incapace di cambiare è incapace di conservarsi”.


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