Il principale ostacolo alle primarie nel centrodestra è la diffusa e infondata convinzione che siano impossibili. Il naufragio del tentativo condotto da Alfano nel Pdl ha scottato la classe dirigente e l’elettorato. Dopo di esso molti sono propensi allo scetticismo e dunque svogliati rispetto alla mobilitazione per domandarle ‒ quando non presi persino da paura, per le reazioni che Berlusconi potrebbe avere.
Spesso sentiamo liquidare le primarie, anche da parte di coloro i quali non sono pregiudizialmente contrari, con un banale senso comune: “Non si può fare”; “costano troppo”; “non le faranno mai” etc. Alla base di questo grave errore di sfiducia c’è la nota circostanza che le primarie del Pdl, che avrebbero dovuto tenersi il 16 dicembre 2012, furono annullate, all’ultimo, tecnicamente proprio per il rifiuto (anche con dimissioni dilatorie) dei tesorieri del partito Rocco Crimi e Maurizio Bianconi ‒ fedelissimi dell’ex leader‒ di firmare gli impegni di spesa per organizzarle.
Ma la verità è che le primarie del Pdl furono annullate perché la tesoreria, in mano alla vecchia guardia, non era politicamente disposta ad anticipare 3 milioni di euro. Esistevano vie alternative e solo una volontà politica poteva impedire l’uso delle più floride casse di Forza Italia (partito di cui il Pdl era l’erede statutario). Fu l’ex leader a decidere, a sangue freddo, di impedire le primarie serrando la cassa. Oggi, per non ripetere gli errori, è necessario analizzare come Alfano si pose nella condizione di farsi fermare in quel modo e, tramite questo, giungere così al punto chiave che distingue la proposta delle primarie “blu” dal fallimento delle vecchie primarie.
L’errore capitale del Pdl fu quello di predisporre primarie stile Pd, col voto in un singolo giorno, anziché primarie all’americana, col voto regione dopo regione. Le primarie sequenziali sono infatti non solo più avvincenti e funzionali, ma soprattutto meno onerose sul piano finanziario, grazie al sistema del flusso di cassa, che prevede l’impiego dei contributi di 1euro dei votanti ricevuti nella tornata di voto della prima regione per creare la provvista di denaro che finanzia le spese del voto nella seconda (i cui contributi, a sua volta, copriranno la terza, etc.; al ritmo di 510euro a seggio per un totale di 1060 seggi, 10 per provincia, che votino circa 50 alla volta). Se le primarie sono pensate così, il costo del finanziamento iniziale può decrescere da circa 3 milioni a 500mila euro.
Possiamo svincolarci, come popolo, dai veti dei partiti, per organizzare vere primarie di coalizione aperte a tutti, semplicemente trovando il modo di sostenere questa spesa iniziale. Per questo la nostra proposta di #PrimarieBlu non parte dall’alto, dal “permesso” di qualcuno, ma dalla fattibilità pratica, dalla concretezza, e dalla buona volontà di chi vuole finanziare e gestire la campagna. I numeri della proposta di #SvegliailCentrodestra ‒ che provengono da uno studio della Fondazione Farefuturo ‒ li abbiamo esposti, con i dettagli delle spese ed entrate, nella manifestazione del 18 ottobre scorso a Milano e li ripresentiamo in slide nella gallery qui a seguire, a beneficio del dibattito.
Ad imporre politicamente le primarie ai partiti, di fronte a un popolo di centrodestra che già oggi le reclama, devono pensare una marea di bravi amministratori negli enti locali, che da anni attendono un metodo civile per continuare il proprio cursus honorum. Per questo le nostre primarie sono già pensate non solo per il premier, ma anche per tutti i parlamentari, in ogni singolo collegio dell’Italicum, con il bilancio a pareggio, senza il bisogno di chiedere un euro ai segretari di partito e al loro potere burocratico.
Fin dall’appello www.contrattoperilcentrodestra.it noi ci rivolgiamo direttamente ad elettori, intellettuali, finanziatori e candidati, perché diano di nuovo un centrodestra a questo Paese, tramite le Primarie Blu. Smettano i vecchi politicanti di dirci che “non si può fare” che “costa troppo” o “non le faranno mai”, perché non è vero. La sinistra ha distrutto il centrodestra con le primarie: è giunto il momento di dimostrare che abbiamo imparato la lezione e le faremo anche meglio di loro.
Giovanni Basini
Promotore Sveglia il Centrodestra, Direttore Comunicazione alla Fondazione Farefuturo