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Così l’Italia rafforza il suo impegno contro Isis

L’azione occidentale contro lo Stato Islamico si intensifica e ad offrire il proprio contributo è anche l’Italia, che invierà in Kuwait quattro Tornado, che si aggiungono a due droni Predator e al tanker da rifornimento KC-767.

Una notizia che giunge in concomitanza con la possibile partecipazione di truppe Usa ad azioni offensive in Irak, auspicata dal principale consigliere militare di Barack Obama, il capo dello Stato maggiore interforze Martin Dempsey e con l’annuncio, dal G-20 di Brisbane, di nuove leggi speciali nel Regno Unito per fermare il rientro dei jihadisti.

IL SUPPORTO ITALIANO

I velivoli, scrive Defense News, si troveranno presso la basa kuwaitiana Ahmed Al Jaber e saranno utilizzati solo per missioni di ricognizione a supporto della coalizione internazionale impegnata contro i terroristi dell’Isis, a cui aderiscono Paesi occidentali e del Golfo. I cac­cia sono potenzialmente attrezzati per l’attacco al suolo, ma un loro impiego attivo è per il momento escluso. Quanto offerto dall’Italia è infatti in linea con la divisione dei compiti stabilita nel recente vertice Nato di Newport, durante il quale alla Penisola sono stati assegnati compiti di vigilanza e ricognizione. Compiti di per sé già “molto delicati in questa fase – come ha detto al Sole 24 Ore il capo di Stato maggiore della Difesa, l’ammiraglio Luigi Binelli Mantelliperché l’esercito dell’Isis ha imparato sempre di più a nascondere uomini e mezzi in ospedali, scuole e moschee ed è quindi decisivo intervenire con tempi e modalità ben precise per evitare danni ai civili“.

LA LETTERA DEL MINISTRO PINOTTI

In una lettera inviata negli scorsi giorni ai presidenti di Camera e Senato, Laura Boldrini e Pietro Grasso, il ministro della Difesa Roberta Pinotti ha spiegato che oltre agli aerei, l’Italia avrebbe assicurato il supporto di circa 135 specialisti dell’Aeronautica Militare. Ciò si somma a quanto fatto finora con l’invio di armi e rifornimenti ai kurdi e il tra­sfe­ri­mento sul fronte di guerra di oltre due­cento adde­stra­tori.


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