È il suo momento. E potrebbe esserlo ancora di più lunedì mattina, quando si sapranno gli esiti del voto in Emilia Romagna. Matteo Salvini scompagina il centrodestra. La sua ascesa da una parte entusiasma e rivitalizza un polo in crisi, dall’altra suscita interrogativi e timori.
FORZA ITALIA, TRA GIOIE E DOLORI
Tutta l’area di riferimento è in subbuglio. Lo è Forza Italia. Gli azzurri provano sì soddisfazione per l’avanzata di un nuovo leader in grado di creare intralci alla marcia renziana e interesse per una possibile alleanza che potrebbe rendere di nuovo competitivo il centrodestra. Ma anche insofferenza nella prospettiva che il partito berlusconiano possa soccombere ed essere trascinato da una coalizione a trazione leghista. E’ il Carroccio il nuovo protagonista del polo moderato? Un incubo per i forzisti che potrebbe diventare realtà in Emilia dove il candidato leghista Alan Fabbri, sostenuto anche da FI e Fratelli d’Italia, potrebbe portare il suo partito a uno storico sorpasso sugli azzurri, rendendolo primo nel centrodestra. Anche grazie a Salvini che, intuendo questa possibilità, lo ha accompagnato in una campagna elettorale palmo a palmo e non vede l’ora di sfruttare il suo successo su scala nazionale.
TRA BERLUSCONI E ALFANO
A Berlusconi Salvini sta simpatico, forse per quel suo lato pop, tra felpe con le scritte e duetti con Raoul Casadei, descritto su Formiche.net da Filippo Salone ma ha certificato giorni fa in un’intervista di non vedere al momento alcun leader in grado di succedergli.
Idiosincrasia si registra invece tra il segretario del Carroccio e Angelino Alfano. Dopo mesi e mesi di scontri tra Ncd e Lega, Salvini ha chiarito che si tratta soprattutto di una questione personale. Nessun particolare pregiudizio nei confronti del Nuovo Centrodestra, nel quale, anzi, “ci sono anche persone valide”, ha detto al Corriere della Sera. Il suo unico problema è Alfano: “Lui nel mio progetto futuro non è assolutamente previsto” ha chiarito, perché “ha fatto la scelta di essere il ministro dell’invasione al servizio di Renzi. In qualunque coalizione ci dovesse essere lui non ci saranno Salvini e la Lega”.
LO SHOCK A VIA BELLERIO
Lo shock si registra anche in casa leghista. Salvini ha rivoluzionato gli ideali storici di via Bellerio, la scuola bossiana-maroniana è stata completamente sconfessata. Il federalismo ha lasciato il posto al nazionalismo, la retorica nord/sud a quella Italia/immigrati, il secessionismo al populismo, i cavalli di battaglia sono diventati la battaglia anti-euro e l’alleanza con i movimenti più a destra, come il Front National di Marine Le Pen e Casapound. Un cambio di strategia rivelatosi fin qui vincente, a giudicare dai sondaggi, ma che crea malumori e divergenze tra i colonnelli leghisti.
SALVINI VS. TOSI?
Il patto non scritto al Congresso che ha eletto Salvini come segretario prevedeva che fosse il sindaco di Verona Flavio Tosi il candidato premier del Carroccio. Ma ora che Salvini impazza, quel patto vale ancora? Difficile che sia così, anche se Tosi continua a coltivare la sua ambizione con la sua fondazione Ricostruiamo il Paese e il suo tour in giro per l’Italia. Un tour che gli ha consentito di rafforzare alcune conoscenze utili, prima fra tutte quella con il fondatore di Italia Unica Corrado Passera, poco in sintonia invece con Salvini. Il rischio è comunque che le corse parallele di Salvini e Tosi alla fine possano scontrarsi, provocando una spaccatura nel partito.
SALVINI VISTO DAI GIORNALI DI CENTRODESTRA
Il fenomeno Salvini è seguito con attenzione dai giornali di centrodestra. Libero sembra appassionarsi sempre di più alle gesta dell’“altro Matteo”. Anche oggi il taglio nel dare la notizia sull’estensione della social card agli immigrati è pensato nei confronti di Salvini. I 40 euro al mese agli extracomunitari vengono letti così come assist di Palazzo Chigi alla Lega.
Nel clima di generale entusiasmo che si registra, resta perplesso invece il Foglio. Dopo il commento di Salvatore Merlo, oggi il quotidiano diretto da Giuliano Ferrara ospita l’intervento di Pietro Ichino che accomuna Salvini a Camusso e Grillo: “Tre facce della stessa conservazione”, scrive il giuslavorista di Scelta civica.