Silvio Berlusconi l’ha sdoganato ieri definendolo un “goleador”, l’Economist apre alla prospettiva che sia lui il nuovo leader di centrodestra, i giornali di area sovente lo incensano o gli riservano comunque grande attenzione.
Ma cosa pensano di Matteo Salvini gli intellettuali di riferimento della destra liberale e conservatrice italiana? Nessuno sembra strapparsi le vesti dinanzi al ruspante leader della Lega. Pochi entusiasmi, molte stroncature, qualche consiglio, la necessaria rifondazione del blocco moderato, queste le priorità.
SOLO FIAMMATE TEMPORANEE
Di “fiammate destinate a non mantenersi nel lungo periodo” ha parla con Formiche.net il politologo Piero Ignazi, autore di diverse saggi sulle destre e sulle estreme destre, che non crede possa diventare lui il futuro baricentro dell’area: “Non mi stupirei se nel tempo nascesse un partito estremista di destra, più ampio della Lega, guidato da Salvini, ma mi sembra improbabile che possa essere lui il leader dell’intero schieramento. Almeno nel breve periodo, vedo movimenti nell’area moderata che possono portare ad altre evoluzioni del quadro”.
LE DRITTE DI FESTA
Più possibilista appare il saggista Lodovico Festa. Salvini – secondo quanto ha scritto Festa su Formiche.net – può diventare il leader del centrodestra ma a patto di rispettare alcune dritte. Serve uno sforzo di elaborazione culturale perché fino ad ora sia Forza Italia che la Lega hanno sempre risposto alla crisi dello Stato e della Costituzione iniziata negli anni Novanta “identificandosi con gli strati sociali di riferimento piuttosto che elaborarne i bisogni culturalmente”.
È questo il cuore della questione, secondo Festa, che va accompagnata a “un impegno costituente (e non solo nazionale: ci vogliono idee anche sulla governance infranazionale e globale) da non lasciare al pur encomiabile Roberto Calderoli”.
IL CENTRODESTRA CHE NON C’E’
Nessuna speranza offre invece la lettura sull’attuale centrodestra del vicedirettore del Tg1 Gennaro Sangiuliano: “Il centrodestra in Italia non è in crisi, semplicemente non esiste più, si è dissolto”, rileva sul Sole 24 Ore il giornalista autore di svariati saggi sul mondo conservatore e in particolare su Giuseppe Prezzolini. Come farlo tornare a esistere? Secondo il giornalista e scrittore, “ci vorrebbe una grande elaborazione, prima ancora morale e culturale, che è sideralmente lontana dai ‘casting’ di Villa Germetto”.
ORSINA E LO SLITTAMENTO DEL PAESE A DESTRA
Nota uno slittamento del Paese verso destra Giovanni Orsina – politologo, editorialista della Stampa e docente all’università Luiss – alimentato dalla crisi economica “che non ha agito in maniera simmetrica sui due versanti dello spazio politico”. Molta più fortuna rispetto a sindacalisti ed ex Pci registrano i vari Salvini, Farage, Marine Le Pen in tutta Europa.
La prepotente crescita della destra radicale rappresenta un problema per la destra moderata ma non solo. L’intero quadro politico è chiamato alla sfida per dare a rabbia e frustrazione delle persone risposte politicamente corrette, piuttosto che quelle scorrette offerte da Salvini & Co, ha concluso Orsina.