Skip to main content

Telecom, Vodafone e i tormenti di F2i su Metroweb

I rischi di concentrazione potrebbero essere superati, ma al momento pare che l’amministratore delegato di F2i, Renato Ravanelli, non abbia particolare fretta a sbarazzarsi delle sue quote di maggioranza detenute in Metroweb, la società milanese della fibra ottica controllata dai fondi F2i e Fsi di Cassa depositi e prestiti. Anche perché Ravanelli è arrivato sulla tolda di comando del fondo da pochi giorni.

Sta di fatto che l’amministratore delegato di Telecom, Marco Patuano, ha fatto pervenire al fondo F2i la manifestazione di interesse dell’ex monopolista per il 53% della società.

Telecom in Metroweb, dunque? Ecco informazioni, novità, tensioni vere o presunte e scenari.

LE APERTURE DI PITRUZZELLA

I segnali di un via libera dell’Antitrust giunti ieri, seppur a condizioni molto severe, hanno fornito una prima risposta ai dubbi sui possibili problemi sul fronte della concorrenza derivabili dall’operazione Telecom-Metroweb e sollevati da più fronti: “Un caso come quello meriterebbe una valutazione particolarmente seria da parte nostra, ma potrebbe essere adottato con condizioni molto severe come quelle del caso Unipol-Fonsai”, ha detto Giovanni Pitruzzella, presidente dell’Antitrust, ricordando che “né l’Antitrust né l’Agcom sono state investite del tema”.

AUMENTO DI CAPITALE

Nella lettera inviata a F2i, Patuano avrebbe fornito diverse possibilità al fondo guidato da Renato Ravanelli: “Un’alternativa all’acquisto immediato della quota – ha scritto Antonella Olivieri sul Sole 24 ore – prevede di raggiungere il 51% di Metroweb attraverso un aumento di capitale che doti la società delle risorse per accelerare il piano di investimenti”.
Aumento di capitale prefigurato alcuni giorni fa, non a caso, anche dal presidente di Cassa depositi e prestiti Franco Bassanini: “L’azionista di minoranza al 46%, Cassa depositi e prestiti (attraverso Fsi, ndr), che si considera un investitore di lungo termine, ha intenzione di sollecitare un aumento del capitale per consentire una forte accelerazione degli investimenti pubblici – ha dichiarato Bassanini. 

CI SARA’ UNA GARA PER METROWEB?

Alle rassicurazioni di Bassanini giunte nella stessa occasione circa un’imminente gara per Metroweb il Sole 24 ore oppone un’altra ipotesi: “Sebbene si sia parlato di asta, non è nella filosofia del fondo innescare una gara al rilancio dove il criterio è la massimizzazione del prezzo per il venditore. Piuttosto si chiederà un piano industriale per capire quale sia l’interesse del potenziale acquirente a rilevare l’infrastruttura e svilupparla, dal momento che la logica del fondo è favorire le aggregazioni che siano in grado di creare valore”, ha spiegato Olivieri.

Ravanelli non avrebbe infatti nessuna intenzione di liquidare Metroweb, né vi sarebbero pressione per farlo. Una valutazione dei piani degli operatori interessati da parte sua è però d’obbligo: “Dalla validità dei progetti industriali – si legge sul Sole – dipenderanno poi le considerazioni di F2i se restare o meno nella partita, da soli o in compagnia”.

LE RAGIONI DI TELECOM E VODAFONE

A contendersi la società milanese della fibra sono, con motivazioni differenti, Telecom e Vodafone. “Per Telecom la logica dovrebbe essere quella di comprarsi una partnership con la Cdp, titolare della restante quota del 46,2% in Metroweb per condividere gli investimenti necessari a sviluppare l’infrastruttura d’accesso in fibra”, spiega Olivieri sul Sole.

La motivazione di Vodafone potrebbe essere invece quella di andare oltre all’attuale partnership con Metroweb, grazie alla quale ha raggiunto con la formula Fiber to the home (fibra fino a casa) 300.000 abitazioni a Milano e siglato accordi per Bologna e raggiungere entro il 2016 150 città italiane come previsto dal suo piano di investimenti.

LE MIRE DI VODAFONE

Se l’interesse di Telecom per Metroweb è palese, più indefinite sono le avance di Vodafone. Il numero uno di Vodafone, Vittorio Colao, ha fatto sapere di essere interessato a partecipare a una eventuale gara ma le sue attenzioni – ha scritto giorni fa il Sole 24 Ore – potrebbero essere solo un’azione di disturbo.
Il vero chiodo fisso del gruppo inglese sarebbe invece Fastweb: “Se avesse la possibilità di subentrare a Swisscom nel controllo di Fastweb – spiega Olivieri – probabilmente il principale concorrente di Telecom avrebbe meno interesse a buttarsi nella mischia”.

I NODI LEGALI

Se Telecom dovesse riuscire ad aggiudicarsi il controllo di Metroweb, la sua convivenza nella società non sarebbe però tutta rose e fiori. Il perché lo spiega Repubblica:
“Il rischio sarebbe quello di ritrovarsi in casa un azionista con cui è in causa”, ha scritto Carlotta Scozzari ricordando le ragioni per cui nel 2013 Vodafone, Fastweb e Wind hanno portato Telecom in tribunale per abuso di posizione dominante nelle infrastrutture di Rete.

Fastweb infatti, è socia di minoranza con quasi l’11% di Metroweb Milano, la società proprietaria della più estesa rete metropolitana in fibra ottica d’Europa collocata sotto la holding di cui Telecom punta a rilevare la quota detenuta dal fondo F2i.

COME SI MUOVERA’ TELECOM?

“Chissà che l’ex monopolista, per garantirsi rapporti di buon vicinato, non cerchi di trovare un accordo con il gruppo svizzero, magari in scia a quanto appena fatto con Wind”, scrive Repubblica: “A meno che Fastweb non finisca prima nella rete di un grande gruppo della telefonia. Se fosse Vodafone, però, vista la causa civile in piedi, per Telecom non cambierebbe poi molto”.


CONDIVIDI SU:

Gallerie fotografiche correlate

×

Iscriviti alla newsletter