Scelta civica ha scelto tempi lunghi per decidere del suo futuro. Si terrà solo il 31 gennaio il congresso che dovrà eleggere il nuovo organigramma del partito fondato (e poi quasi ripudiato) da Mario Monti; o quel che resta di esso, dopo scissioni e addii. Ma in vista di quella data, i preparativi sono già cominciati.
Indiscrezioni raccolte da Formiche.net parlano della ricerca di un nome autorevole e di garanzia che possa rappresentare il movimento come presidente. Più esponenti di Sc sembrano convergere sul nome di Pietro Ichino, uno tra i principali ispiratori del Jobs Act di Matteo Renzi, giuslavorista di fama e poco avvezzo alle beghe dei partiti.
La sfida per la segreteria è invece tra Irene Tinagli ed Enrico Zanetti che hanno presentato nei giorni scorsi le mozioni, rispettivamente “Una nuova Scelta civica” e “Passione riformista”.
I profili dei due candidati si somigliano. Entrambi non mestieranti della politica, provenienti dal pensatoio montezemoliano di Italia Futura, entrambi tecnici (Tinagli economista, Zanetti tributarista). La prima è docente all’Università Carlos III di Madrid ed editorialista della Stampa, il secondo è esperto fiscalista e sottosegretario all’Economia.
Chi li conosce spiega che Tinagli ha spirito più movimentista di Zanetti, pensa per la nuova Scelta civica a un movimento snello, di opinione, molto simbiotico con il Pd, anche se non coincidente, come invece crede l’ex capogruppo alla Camera Andrea Romano, ora tra le file dei democrat.
Più strutturato sul territorio il partito immaginato da Zanetti che, anche rispetto ai rapporti con il Pd prospetta sì collaborazione, ma anche una identità ben precisa di Scelta civica da distinguere e valorizzare.