Quel che dice Vittorio Messori va preso molto sul serio, perché “lui è lo scrittore cattolico vivente più famoso in Italia, l’uomo che con il libro intervista del 1984 con il cardinale Joseph Ratzinger fece del futuro Papa una star”. Lo scrive, sul sito Crux, uno dei più autorevoli vaticanisti del globo, l’americano John Allen. Il riferimento è al lungo articolo pubblicato lo scorso 24 dicembre sul Corriere della Sera a firma proprio di Messori, che mai in questi quasi due anni di pontificato ha nascosto le sue perplessità sul nuovo corso impostato da Francesco.
“TRA ADESIONE E PERPLESSITA'”
“La mia (e non solo mia) valutazione di questo papato oscilla di continuo tra adesione e perplessità, è un giudizio mutevole a seconda dei momenti, delle occasioni, dei temi”, scriveva lo scrittore emiliano, aggiungendo che Bergoglio “si è rivelato imprevedibile, tanto da far ricredere via via anche qualche cardinale che era stato tra i suoi elettori”.
DA SANTA MARTA A PANNELLA
Affermazione notevole, questa, che però – ed è sempre Allen a rilevarlo – passa in secondo piano nell’analisi dei commentatori “del giorno dopo” se messa a confronto con quanto Messori scrive poco dopo, e cioè le perplessità del “cattolico medio, abituato a fare a meno di pensare in proprio, quanto a fede e costumi, ed esortato a limitarsi a seguire il Papa”. Confusione, dunque, alimentata da tre ordini di fattori, elencati l’uno dopo l’altro: da una parte il Pontefice predicatore che mette in guardia dal diavolo e poi parla al telefono con Marco Pannella, sostenitore di aborto, divorzio, eutanasia, unioni gay; il Papa che chiama Eugenio Scalfari per dirgli che “Dio non è cattolico”; il Papa latinoamericano che conosce le perdite massicce tra i cattolici causate dall’avanzata impetuosa degli evangelici e poi augura buona fortuna a un amico pastore evangelico. Insomma, è tutto questo, a giudizio dello scrittore cattolico, a rendere confuso il cattolico medio.
IL COMMENTO DI LEONARDO BOFF
Sul contributo di Messori è intervenuto anche Leonardo Boff, tra i padri della Teologia della Liberazione. Sul suo sito internet, Boff ha scritto d’aver “letto con un po’ di tristezza l’articolo critico di Vittorio Messori sul Corriere della Sera esattamente nel giorno meno adattato: la felice notte di Natale, festa di gioia e di luce”. L’ex frate francescano che da mesi rivendica un dialogo “a distanza” con il Papa attacca Messori accusandolo di aver “provato a danneggiare questa gioia al buon pastore di Roma e del mondo, Papa Francesco” e di essere “un convertito che deve portare a termine la sua conversione con il ricevimento dello Spirito Santo”.
“UN PAPA FRANCESCANO CHE NON VESTE PRADA”
Quindi, propone una lettura diversa di Bergoglio, “un Papa francescano che ama i poveri, che non veste Prada, che fa una critica dura al sistema che produce miseria nella gran parte del mondo, che apre la Chiesa non solo ai cattolici”. Naturalmente, tira in ballo Joseph Ratzinger, colui che – da prefetto della congregazione per la Dottrina della fede – lo mise sotto inchiesta per quanto sostenuto nel libro “Chiesa: Carisma e potere” e poi condannato al silentium obsequiosum: “Messori è ostaggio di una visione lineare, propria del suo “amato Joseph Ratzinger” e di altri Papi anteriori. Purtroppo, fu questa visione lineare che ha fatto della Chiesa una cittadella, incapace di comprendere la complessità del mondo moderno, isolata in mezzo alle altre Chiese ed ai cammini spirituali, senza dialogare e imparare dagli altri, anche essi illuminati dallo Spirito”.
CHI E’ IL CATTOLICO MEDIO?
Sulla definizione di “cattolico medio”, usata da Messori, ha scritto anche il curatore dell’aggregatore Il Sismografo, Luis Badilla: “Vorrei tanto conoscere il signore ‘cattolico medio’. Vorrei che il nostro scrittore ci fornisse un indirizzo, una mailbox, un numero di cellulare per proporle un’intervista? Perché far parlare il ‘cattolico medio’, inesistente, e perché far ricorso a un scontato artificio linguistico talmente banale che toglie serietà ad ogni analisi o commento?”.