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Della Vedova contro Zanetti: “Rifondare Scelta Civica? Come rimettere dentifricio nel tubetto”

Il Capodanno porta una sorpresa in casa Scelta Civica: Benedetto Della Vedova, sottosegretario agli Esteri e montiano di ferro, finora in disparte nelle diatribe del movimento, esce allo scoperto contro Enrico Zanetti. Il noto tributarista, e sottosegretario all’Economia, punta a rilanciare il movimento politico fondato da Mario Monti con il prossimo congresso del 31 gennaio.

LA SFERZA DI DELLA VEDOVA

“Rifondare Scelta Civica è come far rientrare il dentifricio dentro il tubetto. L’ho detto da subito dopo le Europee, l’ho ripetuto all’assemblea di Firenze e anche successivamente”, ha scritto Della Vedova su Facebook annunciando il suo impegno in prima persona.

IL PENSIERO DEL MONTIANO DI FERRO

Il ragionamento del sottosegretario agli Esteri è all’incirca il seguente: con Monti abbiamo preso 3 milioni di voti alle politiche e con quei voti oggi abbiamo due gruppi parlamentari al servizio delle riforme; le scorse Europee hanno dimostrato l’impossibilità di far rinascere Scelta Civica senza Monti; meglio limitarsi a lavorare in Parlamento e nella maggioranza del governo Renzi, senza illudersi che Scelta Civica possa risorgere come soggetto politico ed elettorale.

I RILIEVI CONTRO ZANETTI

La critica a Zanetti – candidato segretario di Scelta Civica e sostenitore della tesi del “rilancio” – sta in questo passaggio: “Da mesi dico che avrebbe nuociuto un “nostro” Congresso, che affidasse a qualche centinaio di iscritti di decidere di fatto in nome e per conto di alcuni milioni di elettori; e che rischiasse di produrre nuove divisioni. Continuo a pensarlo; a maggior ragione, poi, mi sembra palese la inopportunità di tenere quell’appuntamento in concomitanza con la molto probabile elezione del prossimo Presidente della Repubblica”.

I CONSIGLI DEL SOTTOSEGRETARIO AGLI ESTERI

Come a dire: caro Enrico, un congresso a cui si iscrivono amici e parenti non legittima una leadership, ma aumenta il rischio di far perdere a Scelta Civica altri parlamentari, allergici alla “svolta partitica”. Dopo l’emorragia di deputati e senatori occorsa in meno di due anni, l’esito di ulteriori perdite sarebbe la scomparsa dei gruppi parlamentari. “Cosa ben diversa – prosegue Della Vedova – è provare a contribuire, non da soli e non a partire da “noi”, alla ricostruzione di un’area politica liberale e riformatrice. Un’area per cui esiste ancora una domanda, ma non un’offerta riconosciuta. Il modo migliore che oggi Scelta Civica ha per mettersi al servizio di questa impresa non è quello di farsi partito e di immaginare di guidarla, ma di preservare e valorizzare l’attività dei suoi gruppi parlamentari all’interno della maggioranza, sulla base degli impegni politici e programmatici assunti con gli elettori”.

LE PROSPETTIVE

Della Vedova, in altri termini, propone per Scelta Civica un futuro tutto istituzionale (gruppi parlamentari e delegazione al governo), lasciando che un nuovo progetto politico-elettorale per l’area riformatrice e liberale nasca eventualmente sulla base di nuove iniziative politiche, diverse ed esterne a Scelta Civica, la quale è troppo legata al nome e all’esperienza di governo di Mario Monti.

LA POSIZIONE DI ZANETTI

Per ora, Zanetti fa buon viso a cattivo gioco e in una lettera ai membri dell’Assemblea di Scelta Civica ha commentato: “Prendo atto con grande piacere delle riflessioni di Benedetto Della Vedova. Non si può infatti non apprezzare, pur nella permanenza di tante osservazioni critiche, la volontà di portarle nel congresso, piuttosto che di estraniarsi dal medesimo”. E oggi, in un’intervista al quotidiano Libero, il sottosegretario all’Economia dice: “Il congresso è stato deliberato dall’assemblea nazionale del partito e la sua maggioranza è evidentemente determinata nel portarla avanti. Tutte le perplessità (dice riferendosi alla lettera dei parlamentari di SC, ndr) sono uno sprone a impegnarmi ancor di più per tenere insieme una comunità che racchiude tante eccellenze e che, per quanto possibile, deve continuare a tenerle insieme. Sono fiducioso”.

LO SCENARIO

Ma è evidente che l’iniziativa del suo collega di governo riapre i giochi e può determinare nuovi equilibri. Dalla parte di Della Vedova dovrebbero schierarsi i senatori e i deputati firmatari di una lettera di qualche settimana fa con cui si chiedeva la sospensione del congresso, oltre ovviamente a Irene Tinagli, in un primo tempo candidata alternativa a Zanetti per poi abbandonare la corsa con le motivazioni espresse in un’intervista a Formiche.net.

LE INCERTEZZE

Ma non è ancora chiaro se, entro il 10 gennaio (data in cui si chiuderanno sia le iscrizioni a SC, sia le candidature a segretario), Della Vedova formalizzerà la sua critica con una candidatura ufficiale alla segreteria, se punterà a una mediazione o se mirerà a sospendere l’esito di un congresso che lui stesso definisce “sbagliato”.


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