Ancora sangue in Francia, dove due uomini incappucciati e vestiti di nero sono penetrati nella redazione parigina del giornale satirico francese Charlie Hebdo, uccidendo almeno 12 persone tra cui due agenti, secondo i media transalpini.
Gli attentatori, già in fuga, avrebbero aperto il fuoco con dei kalashnikov.
La rivista è nota per il suo stile ironico e provocatorio e solo un quarto d’ora prima dell’attacco aveva postato sul profilo Twitter una vignetta sul leader dell’Isis, Abu Bakr al-Baghdadi.
Meilleurs vœux, au fait. pic.twitter.com/a2JOhqJZJM
— Charlie Hebdo (@Charlie_Hebdo_) 7 Gennaio 2015
I PRECEDENTI
Tre anni fa, nel novembre 2011, la sede del settimanale fu distrutta dall’incendio causato da una molotov. Ma è nel 2006 che Charlie Hebdo diventò noto al grande pubblico, decidendo di ripubblicare le dodici controverse vignette su Maometto del giornale danese Jyllands-Posten, scatenando le ire del mondo musulmano.
IL CLIMA
L’assalto a Charlie Hebdo segue altri preoccupanti episodi di terrorismo. Almeno tre gli attacchi nel Paese nelle scorse settimane. Mentre, sempre in Francia, lo scrittore Michel Houellebecq è al centro di polemiche per il romanzo in uscita oggi, “Sottomissione”, che racconta l’arrivo al potere in Francia di un presidente islamico.