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Charlie Hebdo, teorie complottistiche e domande imbarazzanti

Dopo l’attentato alle Twin Towers si sviluppò un’ampia pubblicistica che accusava i ‘’poteri occulti’’ Usa di aver fatto tutto da soli. Quando cominceranno a dire che la strage di Parigi è opera del Mossad? Ovviamente con la supervisione della Cia.

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Sembra che in poche ore i Servizi francesi abbiano scoperto l’identità degli assassini del ‘’Charlie Hebdo’’. Visto che di loro si sapeva, più o meno, tutto, qualcuno spiegherà, prima o poi, per quali motivi non fossero sorvegliati e perché siano stati in grado di agire con tanta sicurezza?

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Brutte notizie sul fronte dell’occupazione. Nonostante le rassicurazioni del ministro Giuliano Poletti rimane predominante la domanda: serviranno i provvedimenti del Governo a ridare fiato al mercato del lavoro? In particolare ci si interroga sugli effetti degli incentivi previsti dalla legge di stabilità. Già si lamenta una partenza incerta in considerazione del mancato allineamento con l’entrata in vigore del contratto a tutele crescenti che non avverrà, in pratica, prima di marzo. Nel frattempo che cosa succede? Un dubbio verte sulla tipologia di assunzione a tempo indeterminato alla quale sarà applicabile il beneficio, in quanto dal tenore del disposto della legge di stabilità non è chiaro se gli incentivi spettino per qualsiasi assunzione a tempo indeterminato o unicamente per quelle relative al nuovo contratto di nuovo conio, non ancora in vigore. Si corre il rischio, allora, che le risorse stanziate vadano ad incentivare tipologie di assunzione (ivi incluse le trasformazioni da tempo determinato a tempo indeterminato) diverse dal nuovo contratto. Considerando, poi, che il beneficio si applica, per un triennio,  ai soli contratti stipulati nel 2015, la perdita di tempo nell’applicazione delle nuove disposizioni può tradursi anche in un rinvio delle assunzioni.

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Arriva poi la madre di tutte le domande: serviranno le norme del Jobs act  a compensare – sul lato delle nuove assunzioni – l’inevitabile redde rationem, sullo scenario del mercato del lavoro, con le centinaia di migliaia di lavoratori provenienti dai meandri degli ammortizzatori sociali, quando le imprese, proprio per avere la possibilità di ripartire, si troveranno nell’esigenza di chiudere i conti con i possibili esuberi?

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Si spiega così che si torni a parlare intensamente di intervenire sull’età pensionabile, rimuovendo i vincoli della riforma Fornero. In sostanza, si pensa di tornare a forme di prepensionamenti, anziché sfruttare al meglio le nuove potenzialità individuate nel campo delle politiche attive: dagli strumenti di tutela del reddito, al contratto di ricollocazione e all’Agenzia nazionale per l’occupazione.

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Il tasso di disoccupazione in Germania è inferiore alla metà di quello italiano. Ma la politica di Angela Merkel non era sbagliata?



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