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Ecco la verità di Gotti Tedeschi sulla sua inusitata cacciata dallo Ior

“Ho una domanda per il cardinale George Pell, che in qualità di prefetto del Segretariato per l’Economia sta supervisionando la riforma delle finanze della Santa Sede. Eminenza, Lei è proprio sicuro di essere stato informato a dovere sulla storia recente della banca Vaticana, della quale io sono stato presidente dal 2009 fino al voto di sfiducia del 2012?”. A parlare, o meglio, a scriverlo in un lungo commento apparso sul magazine britannico Catholic Herald, è Ettore Gotti Tedeschi, cacciato in maniera inusitata dalla guida dell’Istituto per le opere di religione con un comunicato dai toni durissimi nella primavera di quasi tre anni fa e progressivamente “risarcito” in sede giudiziaria rispetto a ogni addebito rivelatosi falso. Compreso quello di essere mitomane e pazzo, secondo la diagnosi a distanza dello psicoterapeuta e ipnoterapeuta Pietro Lasalvia, poi sconfessato dall’Ordine dei medici. L’economista ed ex presidente dello Ior torna così sulla sortita di Pell dopo alcuni interrogativi che si era posto con Formiche.net.

LE FRASI DEL CARDINALE PELL

Un mese fa era stato Pell, con un articolo altrettanto lungo, a illustrare lo stato dei lavori in materia finanziaria d’Oltretevere, rievocando anche il passato che a suo giudizio ben poco aveva avuto a che fare con la trasparenza: “Il cardinale mi ha menzionato per nome nell’articolo, sottolineando che gli ultimi anni del pontificato di Benedetto XVI sono stati un periodo travagliato per lo Ior, comunemente conosciuto come la banca Vaticana. “Il direttore della banca, Ettore Gotti Tedeschi, è stato rimosso dal board laico”, scrive, “e una lotta di potere in Vaticano ha portato alla regolare fuoriuscita di informazioni”.

“E’ GIUNTO IL MOMENTO DI PARLARE”

Gotti Tedeschi dice che dopo aver taciuto per due anni e mezzo, crede sia giunto “il momento di mettere in chiaro alcuni aspetti” della vicenda. Innanzitutto, chiarisce l’ex presidente, “il cardinale Pell ha perfettamente ragione quando sostiene che la Santa Sede ha un forte desiderio di conformarsi agli standard internazionali di trasparenza finanziaria. Questo è esattamente ciò che Benedetto XVI si ripropose quando lanciò radicali riforme finanziarie”. Gotti Tedeschi ripercorre gli anni del suo mandato, compreso il riconoscimento che Moneyval ha dato degli sforzi per la trasparenza messi in atto nel biennio precedente rispetto al modus operandi degli anni pre 2009. “I risultati sono stati molto positivi”, al punto che “i funzionari di Moneyval si dissero sorpresi per il nostro impegno e la nostra efficienza”, osserva Gotti Tedeschi, che ricorda come grande merito nella svolta ce l’abbia la decisione di Ratzinger di costituire, il 31 dicembre 2010, l’Autorità di Informazione finanziaria, affidandone la presidenza al cardinale Attilio Nicora.

“PELL E’ STATO ADEGUATAMENTE INFORMATO?”

Ma ecco il punto: “Ho il sospetto”, scrive l’ex presidente dello Ior, “che nessuno abbia spiegato nel dettaglio al cardinale Pell ciò che è avvenuto subito dopo. Nel dicembre 2011, subito dopo la positiva visita di Moneyval, è stata emanata una nuova legge per modificare la normativa anti-riciclaggio, così come il ruolo dell’Aif”. E io, aggiunge Gotti Tedeschi, “sono stato informato delle modifiche dal presidente dell’Autorità nel gennaio del 2012, solo dopo che la nuova legge era stata elaborata”.

TUTTO PRECIPITO’ NEL GENNAIO DEL 2012

“Per farla breve – scrive Gotti – il cambiamento fondamentale è che l’Aif ha cessato di essere un organismo indipendente, ma è finita sotto la supervisione del Segretario di Stato, il cardinale Bertone”. Una situazione strana, al punto che quando Moneyval ha effettuato nuovi controlli all’inizio del 2012 “ha espresso dubbi”, a cominciare dall’indipendenza venuta meno dell’Aif. “Moneyval – prosegue Gotti Tedeschi – ha poi pubblicato la sua seconda pre-relazione il 27 aprile del 2012, affermando che il Vaticano aveva fatto ‘un passo indietro’. Il cardinale Pell è stato portato a conoscenza di questi fatti?”.

PERCHE’ QUELLA LEGGE FU SUBITO RATIFICATA?

Da quell’atto, insomma, sono sorti problemi gravi: “Il sistema bancario internazionale ha rifiutato di lavorare con la banca vaticana. Le due principali banche italiane hanno trasmesso direttamente a me le loro preoccupazioni, in forma scritta. Il cardinale Pell ha avuto accesso a queste documentate spiegazioni? Oppure, se è stato informato, le considera non importanti?”. Anche perché, nel frattempo, Nicora aveva chiesto al Segretario di Stato di sospendere la ratifica delle modifiche, “ampiamente considerate come erronee e pericolose”. Ma i cambiamenti, scrive ancora Gotti Tedeschi, “sono stati immediatamente ratificati dalla Segreteria di Stato”.

VATILEAKS E I DOCUMENTI RUBATI

Torna anche su Vatileaks, alle accuse che gli furono mosse di essere il corvo: “Non era vero e ho chiesto un’indagine immediata. Non è successo nulla. Successivamente è stato dimostrato che i documenti erano stati diffusi dal maggiordomo del Papa”. Pell, scrive Gotti Tedeschi, “ha la necessità di essere informato anche su quello che io ritengo essere la vera ragione alla base del voto di sfiducia del consiglio della banca vaticana. Nel mese di aprile del 2012, la Commissione cardinalizia mi riconfermò nella carica, ma il 24 il consiglio mi licenziò. Credo che la ragione, che non mi è mai stato concesso di spiegare, sia stata la mia decisione di presentare un piano che avrebbe completamente cambiato il ruolo e la governance della banca. Questo cambiamento era assolutamente necessario considerati tutti gli eventi precedenti”.

LE DOMANDE PER IL PREFETTO DELLA SEGRETERIA PER L’ECONOMIA

In sostanza, scrive Gotti Tedeschi, Pell dovrebbe andare a fondo di quattro misteri, e cercare lì la causa dei cambiamenti repentini che avvennero nella primavera del 2012 all’ombra del torrione di Niccolò V: “Chi ha cambiato la normativa antiriciclaggio vaticana nel dicembre del 2011, e perché?. Chi ha davvero deciso che sarei stato rimosso come presidente della banca vaticana, e perché?. Chi ha ignorato la decisione di Benedetto XVI a favore della mia riabilitazione? Chi ha rifiutato di interrogarmi su tutti i fatti di cui sopra? Chi non vuole sapere la mia versione della verità, e perché?”.


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