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Così Urso con Fitto, Meloni e Tosi vuole ridestare il centrodestra

“Oggi che il Vecchio Continente è colpito al cuore nei simboli della sua civiltà ed è sotto assedio da parte dei propri nemici, è fondamentale gridare ‘Sveglia Europa, sveglia Italia, sveglia Roma’. E rispondere con la cultura, con la libertà di espressione, con le armi se necessario. Per aiutare gli autentici martiri perseguitati dal fanatismo islamico per la loro fede e identità, dalla Nigeria all’Iraq”.

Così il presidente della Fondazione FareFuturo Adolfo Urso ha voluto marcare il tratto distintivo della manifestazione “Ora o mai più: rifondare il centro-destra”, promossa con l’animatore di “Sveglia centrodestraLorenzo Castellani al Cinema Teatro Adriano di Roma.

La mente e il cuore a Parigi

Seconda tappa di un’iniziativa che ha visto la luce il 18 ottobre a Milano e punta a realizzare un’alternativa di governo seria e credibile al Partito democratico di Matteo Renzi, il convegno ha visto il momento più toccante nei secondi di silenzio e nelle matite sollevate con cui la platea ha voluto rendere omaggio alle vittime degli attentati di Parigi.

È su tali fondamenti che i “rinnovatori” del mondo politico conservatore-moderato in crisi di identità, frantumato e a rischio marginalità vogliono costruire una classe dirigente e una proposta culturale capace di restituire slancio, fiducia e speranza alle giovani generazioni. E a tutti i ceti sociali “abbandonati dalle strategie economiche illusorie e stataliste di Palazzo Chigi”.

Rigenerare il centro-destra tramite primarie autentiche

Mettere in discussione e superare lo status quo – spiega Lorenzo Castellani – è un dovere di fronte a un esecutivo che ha triplicato il prelievo fiscale sui lavoratori partite Iva, non ha tagliato le 200 aziende partecipate formate esclusivamente da amministratori nominati dagli enti locali, è costretto a correggere continuamente i propri provvedimenti tributari e sulla Pubblica amministrazione.

“Ma per tale ragione è necessario che le forze conservatrici e moderate archivino le logiche dei veti incrociati e promuovano  consultazioni primarie per scegliere i candidati alle istituzioni elettive nazionali e locali. Favorendo in tal modo l’ingresso di energie nuove al posto di chi per troppo tempo è stato seduto in prima fila”.

Le voci nuove del mondo liberal-conservatore

Energie fresche e ricambio di idee incarnate da giovani imprenditori, professionisti, studiosi e giornalisti che si alternano sul palco.

Da Elisa Petroni, fondatrice dell’associazione “Adotta una Pa” per monitorare comportamenti e azioni della burocrazia su modello del Freedom of Information Act Usa, a Andrea Camaiora, giornalista e autore del libro “Il brutto anatroccolo. Moderati, senza identità non c’è futuro” che esorta il centro-destra a recuperare le bandiere del garantismo e dello Stato di diritto.

Da Alessandro Rico, ricercatore dell’Università Luiss “Guido Carli” che caldeggia la riscoperta dell’associazionismo spontaneo e del mercato come antidoto alla corruzione e agli arbitri dei poteri pubblici, a Chiara Moroni, professoressa di Comunicazione pubblica all’Università della Tuscia che rilanciare l’idea di partito fondata sulla la partecipazione dei cittadini tramite primarie autentiche, preferenze nella legge elettorale, legittimazione popolare del Capo dello Stato, mandato parlamentare più vincolante.

Dal direttore di The Fielder Federico Cartelli, fautore di un federalismo fondato sull’abrogazione di province e regioni per creare “36 comunità territoriali o distretti”, all’imprenditore Giovanni Affinita, che sogna un centro-destra capace di fornire rappresentanza politica ai ceti produttivi e al Terzo settore grazie a robusti sgravi fiscali.

Un partito stile Repubblicani Usa

Dal fondatore de L’Intraprendente Giovanni Sallusti, che boccia l’idea di Matteo Salvini leader dei conservatori: “È l’avversario ideale per Renzi con il suo estremismo stile Cinque Stelle, un’impronta protestataria e identitaria nutrita di anatemi e condanne, l’evocazione del ritorno alla lira, l’appoggio alla Russia di Vladimir Putin”. E caldeggia un progetto a vocazione maggioritaria, aperto e inclusivo, forgiato nella competizione politico-culturale come il Partito repubblicano Usa.

Fino a Giovanni Basini, direttore Comunicazione della Fondazione FareFuturo che propone primarie di stampo nordamericano: “Penso a consultazioni da celebrare regione per regione ogni 15 giorni, e che potrebbero auto-finanziarsi grazie al contributo di 1 euro per elettore per raggiungere facilmente i 500 euro a seggio e i 500mila complessivi”.

Sciogliere il nodo del decreto fiscale prima del nuovo Capo dello Stato

Argomentazioni che trovano ascolto nell’intervento dei tre rappresentanti politici nazionali aderenti all’iniziativa. 

A fronte di un governo che si muove per slogan puntualmente disattesi nelle iniziative concrete a partire dal rapporto con l’Unione Europea – rileva Raffaele Fitto – il centro-destra deve recuperare la rappresentanza dei ceti penalizzati da una pressione fiscale intollerabile, la bandiera della riduzione della spesa pubblica cestinata da Palazzo Chigi, il rilancio del taglio e accorpamento delle aziende municipalizzate, una riforma costituzionale che rilanci l’elezione popolare del Capo dello Stato”.

A giudizio del parlamentare europeo di Forza Italia è necessario fare tutto ciò con coraggio già nella scelta del Presidente della Repubblica: “Rispetto a cui la risoluzione del problema legato al decreto legislativo di attuazione della delega fiscale deve avvenire prima”.

Liberare il centro-destra dal Patto del Nazareno

Artefice di un progetto di alleanza di centro-destra inclusiva e plurale nel “laboratorio” Verona, Flavio Tosi punta il dito contro i grandi poteri che albergano nella burocrazia e tendono a conservare lo status quo: “Realtà che non sono state toccate da un premier passivo nel taglio della spesa pubblica, nello snellimento dell’apparato statale, nel decentramento e standardizzazione dei costi per i servizi ai cittadini”.

Ne scaturisce – rimarca l’esponente della Lega Nord – una selva di tasse e tributi che impedisce di conoscere l’effettiva entità del peso fiscale, di rendere responsabili le istituzioni per l’utilizzo delle risorse collettive, di eliminare gli sprechi e i privilegi illegittimi.

Pera tale motivo il primo cittadino della città scaligera chiede al centro-destra di affrancarsi dai vincoli fissati nel Patto del Nazareno: “Concepiti dal leader del Pd per lacerare e rendere marginale l’opposizione”.

Lottare contro l’oppressione fiscale e il Fiscal Compact

Ma il centro-destra, precisa Giorgia Meloni, non tornerà così come lo abbiamo conosciuto nel passato. Troppo differenti se non antitetiche le strade scelte dalle formazioni che potrebbero farne parte.

Fermamente intenzionata a “non morire renziana”, la presidente di Fratelli d’Italia ritiene fondamentale la battaglia contro la tassa sulla prima casa, a favore di un limite costituzionale al prelievo fiscale per promuovere strategie virtuose sulla spesa pubblica, per l’allargamento di sgravi e benefici tributari ai lavoratori autonomi vessati.

Altrettanto essenziale ai suoi occhi è una lotta all’evasione tributaria che non perseguiti gli imprenditori onesti ma pretenda le risorse dovute da banche, compagnie di slot machine, agenzie di rimesse verso la Cina. Lo è “capovolgere le strategie economiche e finanziarie europee a partire dal Fiscal Compact. E non cedere di un millimetro nella salvaguardia dell’identità greco-romana e cristiana dell’Europa nei confronti chi non si riconosce in quei valori di civiltà”.

No all’obbligo di capilista bloccati nel Renzellum

Ma la maturazione di una visione alternativa al Partito democratico e al mondo progressista passa secondo l’ex ministro della gioventù per la triade primarie-presidenzialismo-preferenze.

Principio in omaggio al quale “i parlamentari di FdI presenteranno un emendamento al progetto di riforma elettorale mirante a rendere facoltativa la scelta dei capilista bloccati”.


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