Il lavoro svolto dalla diplomazia italiana per riannodare i fili del dialogo tra le fazioni libiche ha portato a un primo risultato: riunire tutti oggi a Ginevra.
Ma i negoziati sotto egida Onu, per trovare una soluzione alla crisi, si preannunciano “lunghi e complicati“, come ha detto il rappresentante speciale delle Nazioni Unite per la Libia, Bernardino Leon.
CERCHIA ALLARGATA
Parlando dalla città svizzera, Leon ha detto che in seguito a questo primo summit, si è deciso di allargare la cerchia dei partecipanti ai colloqui. Gli incontri di Ginevra dureranno sino a venerdì, per riprendere da lunedì prossimo. Domenica, infatti, il Parlamento di Tripoli deciserà se parteciparvi. L’obiettivo, ha detto ancora Leon, non è di prendere decisioni, che spettano ai libici, ma di fare delle proposte. Un lavoro delicato, il suo, necessario da un lato a evitare che si acuisca quella che ormai può definirsi a ragione una guerra civile; e che dall’altro riduca le possibilità di un conflitto conclamato o di un intervento militare internazionale.
PROPOSTE E PROSPETTIVE
“In primo luogo si punterà su un processo politico che porti alla creazione di un’unità nazionale, che dovrebbe implementare un cessate il fuoco che permetta poi di procedere con il processo costituzionale“, commenta con Formiche.net Mattia Toaldo, analista presso lo European Council on Foreign Relations di Londra. Per l’esperto, ci sono tuttavia poche possibilità che l’appello dell’Onu a unirsi ai colloqui faccia troppi proseliti. “Leon ha deciso di tenere la porta aperta sino a martedì, lasciando intendere che, al di lá della partecipazione del parlamento di Tripoli, altre forze di Alba erano già presenti oggi, a partire dal governo locale di Misurata. Ancora incerta la partecipazione di Tripoli. In questo quadro già di per sé frastagliato, le stesse fazioni sono divise al loro interno“.
IL NODO DELLE SANZIONI
Un’eventuale diserzione dei colloqui potrebbe portare, per Toaldo, a sanzioni individuali dell’Ue. Già ieri l’ipotesi ha preso corpo a Strasburgo, durante il dibattito all’Europarlamento al quale ha preso parte anche il capo della diplomazia Ue, Federica Mogherini. Mentre lunedì prossimo, al Consiglio Affari esteri, si tornerà a parlare della situazione nel Paese nordafricano, prendendo atto di eventuali successi o fallimenti.