“Ognuno ha il diritto di praticare la propria religione senza offendere, liberamente, e così dobbiamo fare tutti. Non si può offendere o fare la guerra o uccidere in nome della propria religione, cioè in nome di Dio”. A dirlo è stato oggi il Papa, a bordo dell’aereo che dallo Sri Lanka l’ha condotto nelle Filippine, seconda tappa del viaggio in Asia.
“OGNUNO HA IL DIRITTO E L’OBBLIGO DI DIRE QUELLO CHE PENSA”
Torna inevitabilmente sui fatti francesi, sulla strage nella redazione di Charlie Hebdo, reo d’aver pubblicato numerose vignette che ritraevano il profeta Maometto. Il tema è quello della libertà di espressione, e Francesco chiarisce: “Ognuno non solo ha la libertà, ha il diritto e anche l’obbligo di dire quello che pensa per aiutare il bene comune. L’obbligo! Se un deputato, un senatore non dice quella che pensa sia la vera strada, non collabora al bene comune”.
“NON SI PUO’ INSULTARE LA FEDE”
Ma la libertà d’espressione, a giudizio del Pontefice, incontra limiti ben chiari, altrimenti le conseguenze possono essere serie: “Abbiamo l’obbligo di parlare apertamente. Avere questa libertà, ma senza offendere. E vero che non si può reagire violentemente, ma se il dottor Gasbarri, che è un amico, dice una parolaccia contro la mia mamma, lo aspetta un pugno! Ma è normale! Non si può provocare. Non si può insultare la fede degli altri. Non si può prendere in giro la fede”.
“C’E’ TANTA GENTE CHE SPARLA DI ALTRE RELIGIONI, CHE PROVOCA”
Poco dopo, citando il celebre discorso tenuto da Benedetto XVI al Bundestag di Berlino – che aizzò le piazze musulmane e costrinse il Vaticano a una serie di retromarce e precisazioni culminate con il viaggio di Ratzinger in Turchia – Francesco ha osservato che c’è tanta “gente che sparla di altre religioni o delle religioni, che prende in giro, diciamo ‘giocattolizza’ la religione degli altri, questi provocano”. E se provocano, “può accadere quello che accadrebbe al dottor Gasbarri se dicesse qualcosa contro la mia mamma!”. Importante, dunque, ricordare che c’è “un limite. Ogni religione ha dignità, ogni religione rispetta la vita e la persona umana, e io non posso prenderla in giro. Questo è un limite. Ho preso questo esempio per dire che nella libertà di espressione ci sono limiti. Come quello della mia mamma”.
LA PREOCCUPAZIONE PER LE MINACCE AL VATICANO
Il Papa ha toccato poi il tema delle minacce dei terroristi islamisti di cui hanno dato conto alcuni mezzi di comunicazione, nei giorni scorsi. Francesco – che si è detto preoccupato – ha spiegato la ricetta per far fronte alla minaccia: “Il miglior modo di rispondere è sempre la mitezza. Essere mite, umile, come il pane, senza fare aggressioni. Io sono qui, ma c’è gente che non capisce questo. A me preoccupano i fedeli, questo mi preoccupa”.
I BAMBINI KAMIKAZE
Dinanzi alle immagini dei bambini usati come kamikaze a loro insaputa, pratica che si sta pericolosamente diffondendo in Nigeria per mano di Boko Haram, Bergoglio ha osservato: “Io credo che dietro ogni attentato suicida ci sia qualcosa che ha a che fare con lo squilibrio: lo squilibrio umano, non so se mentale ma umano. Qualcosa che non va nella persona. La persona non ha un vero equilibrio sul senso della propria vita, della vita degli altri. Dà la vita ma non la dà bene”. Quanto ai bambini, essi “sono usati dappertutto per tante cose. Sfruttati nel lavoro. Sfruttati come schiavi. Anche sfruttati sessualmente”.
A GIUGNO L’ENCICLICA SULL’AMBIENTE
Quanto agli appuntamenti del 2015, il Papa ha fatto sapere che, se tutto andrà bene, a giugno sarà pubblicata l’enciclica sulla tutela dell’ambiente cui sta lavorando da tempo: “Mi prenderò tutta una settimana di marzo per finirla. Quindi andrà in traduzione. Penso che se il lavoro va bene, a giugno potrà uscire. È importante che ci sia un po’ di tempo fra l’uscita dell’enciclica e l’incontro di Parigi sul clima. L’ultima conferenza in Perù non è stata un granché, mi ha un po’ deluso la mancanza di coraggio, speriamo che a Parigi siano un po’ più coraggiosi”.
“IN SRI LANKA SI VIVE IL SENSO DELLA INTERRELIGIOSITA'”
Quindi, è tornato sulla visita a sorpresa al tempio buddista di Madhu, in Sri Lanka: “Non erano tutti cattolici, c’erano buddisti, islamici, induisti, e tutti vanno lì a pregare e dicono che ricevono grazie. Il popolo: c’è nel popolo il senso di qualcosa che li unisce. E sono così tanto naturalmente uniti nel pregare al tempio, che è cristiano ma tutti vogliono andare là. Questa testimonianza ci fa capire il senso della interreligiosità che si vive nello Sri Lanka. C’è rispetto tra loro. Ci sono gruppetti fondamentalisti ma non sono col popolo, sono delle élites ideologiche”.