È allarme rosso sulla famiglia. Tra il fisco che la penalizza e una persistente denatalità diffusa, la “società naturale fondata sul matrimonio”, come la definisce la Costituzione, rischia di collassare. Di questo e molto altro ancora si è discusso in un convegno a Milano a Palazzo Lombardia promosso dalla Regione con il patrocinio dell’Expo e intitolato “Difendere la famiglia per difendere la comunità”.
LA FAMIGLIA È IL FUTURO
Il format non è nuovo. Si tratta di dialoghi “Contro i falsi miti del progresso”, che i relatori, tra cui il direttore de La Croce Mario Adinolfi (nella foto) e la scrittrice Costanza Miriano, hanno già tenuto in altre città d’Italia. Anticipati, in questa occasione, dall’introduzione del sociologo Massimo Introvigne. A moderare, di fronte a 1.500 persone contate dagli organizzatori, Luigi Amicone, direttore del settimanale Tempi. Che è stato tra i promotori insieme a Obiettivo Chaire, Alleanza Cattolica e Nonni 2.0.
“Non siamo qui per manifestare contro qualcuno ma per testimoniare qualcosa di buono che ci accomuna: la famiglia”, ha esordito l’assessore regionale alla Cultura Cristina Cappellini. “Un’istituzione che significa vita e futuro per la nostra società”. La famiglia fatta da “un padre e una madre, possibilmente con figli, e non da un genitore 1 e 2, o una madre A e una madre B, come vorrebbe qualche tribunale”.
IL FISCO NEMICO NUMERO UNO
“Qui nessuno dei relatori”, ha subito chiarito Introvigne rispondendo alle polemiche che hanno preceduto l’incontro, “crede che l’omosessualità sia una malattia, né fisica né mentale”. Ciò non significa, tuttavia, esimersi dall’esprimere i propri convincimenti a riguardo di unioni civili, convivenze tra persone dello stesso sesso e i diritti da esse rivendicati. E “quando sentiamo che qualcuno vuole impedirci di dire quello che pensiamo con il ddl Scalfarotto che introduce il reato di omofobia, o vuole introdurre le unioni civili con l’intento dichiarato di aprire la strada alle adozioni per le coppie omosessuali, allora ci alziamo tutti in piedi, come sentinelle”.
“Non sono i gay il nemico numero uno della famiglia”, ha proseguito Introvigne, “ma il fisco, piuttosto, che fa versare all’erario a una famiglia con un figlio il 67% del suo reddito”. E, aggiunge citando Papa Francesco nel discorso al Corpo diplomatico del 12 gennaio scorso, la “sempre più diffusa cultura individualista ed egoista che rescinde i legami e tende a favorire il drammatico fenomeno della denatalità”. Nonché le “legislazioni che privilegiano diverse forme di convivenza piuttosto che sostenere la famiglia per il bene di tutta la società”.
SUICIDIO DEMOGRAFICO
Non sorprende, dunque, spiega ancora Introvigne che “i matrimoni diminuiscono e aumentano i divorzi, peggio che nella Cina della politica del figlio unico”. Peccato che, così facendo, “diminuiscono i consumatori e i contribuenti e si avvera quello che disse Giovanni Paolo II sul suicidio demografico”.
La giornalista e scrittrice Costanza Miriano, autrice del libro Sposati e sii sottomessa, ha raccontato la sua esperienza di “precaria alla quale non è stato riconosciuto alcun diritto, nonostante la maternità. Madre di quattro figli, si è sposata “prima in Chiesa e solo tredici anni dopo in Comune”. Ma quando l’ha fatto, ha “perso il diritto agli assegni familiari, che sono solo per i conviventi”. E ha concluso: “Il problema, non è permettere alle madri di lavorare, ma alle donne lavoratrici di fare figli”.
UTERO IN AFFITTO
Mario Adinolfi, direttore del quotidiano La Croce (QUI LA SUA INTERVISTA A FORMICHE.NET), da una settimana in edicola, ha tuonato contro il testo base sulle unioni civili all’esame del Senato, che prevede la pratica della cosiddetta step-child adoption, ovvero l’adozione da parte di uno dei due componenti di una coppia, eterosessuale o omosessuale, del figlio biologico del partner. Un istituto, ha spiegato Adinolfi, che “aprirebbe la strada a ratificare, anche in Italia, la pratica dell’utero in affitto, come hanno fatto il cantante Elton John e il suo compagno David per avere un figlio”. Una pratica che, secondo Adinolfi, è paragonabile a un “atto di compravendita, che equivale a trasformare la persona in una cosa”.
APPUNTAMENTO ALL’EXPO
“Più che un convegno è un punto di partenza”, ha detto il governatore Maroni, proponendo ai presenti di “replicare con un secondo appuntamento durante Expo”. Perché “se il tema è ‘Nutrire il pianeta’, qui si vuole nutrire i nostri valori’”. E ha invitato Amicone a presiedere un “forum permanente della famiglia, come punto di riferimento per l’azione della Regione”.
Il direttore di Tempi, infine, dopo aver ringraziato la Regione “senza la quale il convegno non si sarebbe potuto svolgere”, ha caldeggiato la candidatura alla presidenza della Repubblica da parte di Paola Bonzi, fondatrice del Centro di aiuto alla vita alla Clinica Mangiagalli di Milano, perché è una “semplice presenza positiva a difesa della vita”.
Il tutto mentre a trecento metri di distanza, in piazza Einaudi, andava in scena la contromanifestazione promossa dai giovani di Pd, Sel, Tsipras e una pletora di sigle Lgbt. “L’unica malattia è l’omofobia si leggeva” sul camion allestito a palco e c’erano qualche centinaio di persone.