“Per Alitalia fino ad oggi gestita con una mentalità pubblica, che non ha fatto nulla per migliorare i propri conti, c’è ancora molto da fare”. Non le manda certo a dire James Hogan, numero uno di Etihad oggi a Roma per presentare alla stampa la nuova Alitalia. “Senza una pesante ristrutturazione, Alitalia non andrà da nessuna parte – ha aggiunto il ceo -, spiegando come l’Europa stia attraversando uno dei periodi più bui dell’aviazione, che ha messo in seria difficoltà gruppi del calibro di Lufthansa “al lavoro affinché Alitalia fallisca”, ha tenuto a specificare il numero uno, ed Air France, quotidianamente costretti a fare i conti con “tassazioni e concorrenza”.
QUA PER FARE UTILI
Il vettore, sul quale è stato investito complessivamente un miliardo di euro, 560 milioni da parte della sola compagnia degli Emirati Arabi, punta a tornare all’utile dal 2017, con circa 100 milioni. Tra le nuove priorità richieste: attenzione alle risorse, un brand rinnovato, “sexy”, e soprattutto nuove rotte in un network complementare a quello di tutti i partner. “Non saremmo qua, se non pensassimo che Alitalia possa tornare presto a fare utili”, ha dichiarato Hogan, aggiungendo che “negli Emirati Arabi Uniti non esistono sovvenzioni a fondo perduto e che quindi l’imperativo è guadagnare”.
GLI HUB
Il nuovo piano prevede una nuova ripartizione delle rotte per intercettare tutti i potenziali flussi di traffico sulle principali direttrici. Nello specifico, è stato previsto che su Milano-Malpensa vengano incrementati i voli di lungo raggio, mentre per Linate, che gode di un importante posizionamento per il traffico business da e verso il Nord Europa, si pensa di aumentare i collegamenti con gli hub delle compagnie partner. A Roma-Fiumicino invece, crescerà – secondo i piani – l’offerta di destinazioni sul lungo raggio e quella di corto e medio raggio.
LA RISPOSTA DI HOGAN A SINDACATI
Quanto infine alla questione esuberi, anche per rispondere al sindacato Trasporti Cub che, prima della conferenza stampa, ha accusato i nuovi vertici di aver provveduto solo a licenziamenti e di aver scaricato il costo sociale di questa operazione sulle spalle dei lavoratori e dei cittadini, James Hogan ha dichiarato: “In passato Alitalia ha avuto troppi dipendenti e anche questo ha contribuito al suo insuccesso. Adesso dobbiamo mettere le cose in ordine, accelerare sugli investimenti e tornare all’utile, perché solo il successo del nostro business potrà contribuire alla creazione di nuovi posti di lavoro”. “L’aviazione – ha concluso – genera posti di lavoro e questo è un dato di fatto, tuttavia in Europa la situazione non è facile, per questo abbiamo deciso di unire gli sforzi”.