E’ durata quasi un’ora la conferenza stampa – come di consueto a braccio – che il Papa ha tenuto a bordo dell’aereo che dalle Filippine, seconda tappa del suo secondo viaggio in Asia durato una settimana, lo stava riportando a Roma. “Vedere il popolo di Dio pregare dopo la catastrofe del tifone, a Tacloban, pensare ai miei peccati. Mi sono sentito annientato. Quasi non mi veniva la voce”, ha detto Francesco ricordando la messa sotto il diluvio nelle zone sconvolte dalla catastrofe naturale.
“RIFIUTARE OGNI MONDANITA'”
Centrale, come è ovvio che fosse dopo i momenti intensi vissuti sull’arcipelago asiatico, il ricordo di quanto toccato con mano nelle Filippine, a cominciare dalla povertà. “I poveri sono le vittime di questa cultura dello scarto. Oggi non si scarta solo quello che avanza, ma le persone”, ha detto Francesco, che ha aggiunto: “Questa è la povertà e la Chiesa deve dare esempio ogni volta di più nel rifiutare ogni mondanità. Per noi consacrati, vescovi, preti, suore e laici, il peccato più grave è la mondanità”.
LA COLONIZZAZIONE IDEOLOGICA DEL GENDER
Tornando a una di concetti più forti ribaditi dal Papa a Manila, la “colonizzazione ideologica” in corso, Francesco ha voluto chiarire cosa intendesse dire: “Dirò un esempio che ho visto. Vent’anni fa una ministra dell’istruzione aveva chiesto un prestito per costruire le scuole dei poveri. Glielo hanno dato a condizione che nelle scuole ci fosse un libro di scuola per bambini, preparato bene, dove si insegnava la teoria del gender. Questa è la colonizzazione ideologica. Colonizzano con una idea che non ha niente a che fare con il popolo per cambiare una mentalità o una struttura”.
PAOLO VI E L’APERTURA ALLA VITA
Chiaro, poi, Francesco è stato sulla Humanae Vitae di Paolo VI, il Pontefice da lui beatificato lo scorso ottobre a chiusura del Sinodo straordinario sulla famiglia: “L’apertura alla vita è condizione del sacramento del matrimonio. Paolo VI ha studiato come aiutare tanti casi particolari, problemi di tutti i giorni. Non è stato antiquato, chiuso, ma un profeta. Il suo rifiuto non era legato solo ai casi personali, dirà ai confessori di essere misericordiosi, di capire. Ma lui guardava al neo-malthusianesimo universale che cercava un controllo della natalità da parte delle potenze”.
FARE FIGLI MA NON COME CONIGLI
Proprio su questo punto, il problema della denatalità nel mondo e lo squilibrio tra Occidente e periferia, il Pontefice ha osservato che un cristiano “non deve fare figli in serie, ho rimproverato una donna che era all’ottava gravidanza dopo sette parti cesarei: vuole lasciare orfani i sette figli? Questo è tentare Dio”. Tre, a giudizio di Francesco, “è il numero di figli che gli esperti ritengono importante per mantenere la popolazione. Quando si scende, succede ciò che ho sentito dire”, e cioè che nel 2024 in Italia “non ci saranno soldi per pagare i pensionati. La parola chiave è paternità responsabile. Alcuni credono che per essere buoni cattolici si debba essere come conigli”.
“LA LIBERTA’ D’ESPRESSIONE DEVE ESSERE PRUDENTE”
Bergoglio è poi tornato sull’ormai celebre frase del pugno che può capitare a chi provoca e irride le fedi altrui: “In teoria possiamo dire che una reazione violenta davanti a una offesa, a una provocazione, non si deve avere. Che dobbiamo porgere l’altra guancia, come dice il Vangelo. Che abbiamo la libertà di espressione, in teoria, ed è importante. Ma siamo umani. E c’è la prudenza, che è la virtù della convivenza umana che regola i nostri rapporti. Io non posso provocare, insultare una persona continuamente, perché rischio di farla arrabbiare e ricevere una reazione ingiusta. E’ umano. Io dico che la libertà di espressione deve tenere conto della realtà umana e perciò deve essere prudente. Educata. Nella teoria siamo tutti d’accordo, c’è libertà di espressione e una reazione violenta è cattiva sempre. Ma nella pratica fermiamoci un po’”. Il Papa s’è detto fiducioso riguardo le autorità dell’islam moderato: “Alcuni hanno fatto qualcosa. Io credo si debba dare loro un po’ di tempo. La situazione per loro non è facile. E io ho speranza, perché c’è tanta gente buona, tra loro, tanto leader buoni. Sono sicuro che ci si arriverà”.
I PROSSIMI VIAGGI IN AGENDA
Il Papa ha annunciato, seppur a titolo di ipotesi, che entro fine anno sono all’ordine del giorno altri due viaggi internazionali: uno in Africa (Uganda e Repubblica centroafricana) e l’altro in America latina (Bolivia, Ecuador, Paraguay). Quanto ai rapporti con Pechino, “il governo cinese è educato, e anche noi. Facciamo le cose passo dopo passo. Ancora non si sa. Loro sanno che sono disposto a ricevere o ad andare. Lo sanno”.
I DUE ORIENTAMENTI DELLA HUMANAE VITAE
Il vaticanista di lungo corso Luigi Accattoli, si sofferma oggi sul Corriere della Sera sulle parole del Papa in merito alla contraccezione: “E’ abituale che nella chiesa cattolica si dica che Paolo VI è stato profetico con l’Humanae Vitae. Chi è per la tradizione lo dice con riferimento alla rivoluzione sessuale che aveva trovato nella pillola un alleato. Chi è per una revisione del severo insegnamento di Paolo VI esalta invece il ruolo di quell’enciclica a difesa dei popoli estranei agli interessi dell’Occidente e convinti di avere nell’alta natalità la loro prima risorsa. Dalle parole di ieri, si direbbe che papa Bergoglio tra le due letture sia più vicino a questa seconda”.
“IL PAPA E’ REALISTA”
Intervistato da Repubblica, sul tema dice la sua anche mons. Domenico Mogavero, vescovo di Mazara del Vallo. A suo giudizio, la visione del Papa è realista: “Del resto c’è differenza tra la sessualità animale e quella umana. Gli animali si accoppiano obbedendo alle leggi della natura, gli uomini fanno scelte libere aperte alla vita ma che insieme devono considerare anche la qualità della vita stessa”.