Alla fine è arrivata: la prima battaglia di terra che ha coinvolto forze occidentali contro soldati del Califfato c’è stata lunedì scorso (ma è stata resa pubblica soltanto una settimana dopo).
Un gruppo di forze speciali che si trovava qualche chilometro dietro alla linea di uno dei fronti nel nord dell’Iraq, durante una missione di pianificazione con le forze irachene (sarebbero stati presenti anche alcuni ufficiali di Baghdad), è finita sotto il fuoco dello Stato Islamico.
Secondo quanto raccontato dal comandante delle S.F. Brig.-Gen. Mike Rouleau «quando si sono spostati in avanti per confermare in prima linea quanto deciso, al fine di visualizzare quello che avevano discusso su una mappa, si sono trovati sotto il fuoco di mortai e mitragliatrici». A quel punto, i cecchini dell’unità canadese hanno ingaggiato lo scontro, e «neutralizzato» la minaccia senza riportare feriti.
La missione con cui il Canada si è unito alla Coalizione internazionale per combattere lo Stato Islamico, era ─ analogamente a quella di molti altri Paesi ─ supportare le truppe irachene con formazione e consulenza, i famosi advisor, oltreché operare dall’alto per attacchi aerei mirati con i sei CF-18 inviati sul posto.
Nel mesi di dicembre, si erano già diffuse voci sul coinvolgimento in scontri a fuoco di cecchini canadesi, che armati di fucili a lunga gittata avevano “supportato” curdi e iracheni da posizioni sicure dietro alle linee del fronte. Quella volta il dipartimento della Difesa di Ottawa aveva negato, sostenendo che i propri uomini erano lì soltanto “a treno” degli altri ─ facevano consulenza, insomma.
Dei 600 elementi delle forze speciali inviate in Iraq dal governo canadese, soltanto 60 hanno incarichi operativi sul campo, tutti concernenti l’assistenza e l’addestramento delle forze di sicurezza irachene nell’uso di lanciagranate, tecniche di precisione, sistemi di posizionamento globale, mortai e disinnesco delle bombe: gli altri sono di supporto. Anche se, insieme allo scontro a fuoco, è stato confermato da un portavoce militare, che in alcune occasioni le special forces di Ottawa si sono mosse pure per “illuminare” coi laser i bersagli dell’IS agli aerei alleati.
Rouleau sostiene che sei i suoi uomini finiscono sotto il fuoco nemico, hanno tutto il diritto di rispondere. Ragionamento ovvio e legittimo. Certo, però, che per le forze occidentali presenti in territorio iracheno, si apre uno scenario diverso rispetto a quello delle “sicure” consulenze tattico-strategiche delle regole d’ingaggio. Ma, pure questo, è da sempre sembrato assolutamente ovvio.