Il prossimo 14 febbraio, il Papa consegnerà la berretta a venti nuovi cardinali. Ed è a loro che si è rivolto con la lettera diffusa ieri dall’Osservatore Romano ma datata 4 gennaio, vale a dire il giorno in cui al termine dell’Angelus ha reso noti i nomi dei prescelti. Punta tutto, Francesco, sul significato che riveste la creazione cardinalizia: è un “servizio di aiuto, sostegno e speciale vicinanza alla persona del Papa per il bene della Chiesa”. E, prosegue il Pontefice, “proprio in ordine ad esercitare questa dimensione di servizio, il cardinalato è una vocazione”. Non un premio o un onore, dunque: “ Il Signore, mediante la Chiesa, ti chiama ancora una volta a servire; e ti farà bene al cuore ripetere nella preghiera l’espressione che Gesù stesso suggerì ai suoi discepoli per mantenersi in umiltà: ‘Dite: “Siamo servi inutili’”.
“IL CARDINALATO E’ UN SERVIZIO, NON UN PREMIO”
La richiesta è semplice: “Mantenersi in umiltà nel servizio”, anche se – ammette il Papa – “non è facile quando si considera il cardinalato come un premio, come culmine di una carriera, una dignità di potere o di superiore distinzione”. Per chiarire meglio il concetto, Francesco osserva che “molti si rallegreranno” per la “nuova vocazione”, al punto che “faranno festa”. Atteggiamento proprio del cristiano e che va “accettato con umiltà”. Tuttavia, scrive Francesco rivolgendosi ai porporati, si faccia in modo che “in questi festeggiamenti, non si insinui lo spirito di mondanità che stordisce più della grappa a digiuno, disorienta e separa dalla croce di Cristo”.
IL PAPA INDICA AI CARDINALI “ABBASSAMENTO E UMILTA'”
Il testo ricalca concetti che il Papa aveva già messo per iscritto un anno fa, quando decise di scrivere ai prescelti per il suo primo concistoro. “Il cardinalato” – scriveva Francesco – “non significa una promozione, né un onore, né una decorazione; semplicemente è un servizio che esige di ampliare lo sguardo e allargare il cuore. E, benché sembri un paradosso, questo poter guardare più lontano e amare più universalmente con maggiore intensità si può acquistare solamente seguendo la stessa via del Signore: la via dell’abbassamento e dell’umiltà, prendendo forma di servitore”. Perciò, proseguiva il Pontefice, “ti chiedo, per favore, di ricevere questa designazione con un cuore semplice e umile. E, sebbene tu debba farlo con gaudio e con gioia, fa’ in modo che questo sentimento sia lontano da qualsiasi espressione di mondanità, da qualsiasi festeggiamento estraneo allo spirito evangelico di austerità, sobrietà e povertà”.
IL MESE DELLE RIFORME
Il concistoro per la creazione di nuovi cardinali si inserisce in un febbraio piuttosto intenso per la curia romana. L’appuntamento del 14 febbraio, infatti, seguirà la riunione del cosiddetto C9, il consiglio dei nove cardinali consiglieri incaricati di preparare la riforma della governance vaticana (9-11 febbraio) e il successivo concistoro del 12 e 13 febbraio, quando la riforma della curia romana sarà presentata – nelle sue linee essenziali – al collegio cardinalizio per un primo e ampio scambio di vedute e opinioni. Nulla sarà deciso in tale sede, considerato che è improbabile un debutto del nuovo assetto già nel 2015. Anche perché su molti punti allo studio dei nove porporati i pareri divergono, come è naturale che sia quando sul tavolo dei nove sono giunte proposte e richieste da ogni episcopato del mondo.
I DUBBI E LE PERPLESSITA’
Già sull’idea di accorpare alcuni pontifici consigli in un unico dicastero, elevato a congregazione, per la Giustizia e la Carità (o Pace e Carità), alcuni alti prelati hanno chiesto di procedere con calma nel corso della riunione che s’è tenuta lo scorso 24 novembre. In tale occasione, il segretario del C9, il vescovo di Albano, mons. Marcello Semeraro, aveva reso partecipi i titolari degli attuali dicasteri dello stato dei lavori sul piano delle riforme. In qualche caso, si faceva notare, è emersa “una comprensibile preoccupazione per l’incertezza” riguardo il futuro dell’assetto di governo.
LE PROPOSTE ALLO STUDIO
Poco successo, inoltre, pare aver avuto la proposta del cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga – che del C9 è il coordinatore – di unificare tutti i gli uffici che si occupano di giustizia o di attività legislativa: dalla Segnatura ai Testi legislativi, fino alla Penitenzieria. Più d’uno ha fatto notare che si tratterebbe di una soluzione sconosciuta a qualunque sistema moderno, visto che si finirebbe per mettere insieme la Cassazione (tale è la Segnatura) con il dicastero che prepara e interpreta i testi legislativi, unendo a essi la Penitenzieria, che si occupa di confessioni. Più semplice è invece la creazione di una congregazione per i Laici e la Famiglia, che potrebbe comportare la nomina a sottosegretari di laici o religiose.