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Ecco di cosa parlerà l’Expo

L’Expo delle idee è stato solo “il primo tempo”. Perché l’Esposizione universale 2015, che si aprirà a Milano il prossimo 1° maggio, aspira a “dettare l’agenda internazionale” sull’accesso al cibo e possibilmente influenzare il “dibattito in seno alle Nazioni Unite sugli obiettivi del millennio”.

Ha grandi aspettative in merito all’Expo il ministro delle Politiche agricole Maurizio Martina, che è intervenuto al convegno Alimentazione e salute una sfida capitale per Milano. Il convegno si è svolto lunedì presso l’Alta scuola di economia e relazioni internazionali (Aseri) dell’Università Cattolica, promosso da Formiche, in collaborazione con Mediolanum Farmaceutici.

LA GEOPOLITICA DELL’EXPO

L’eredità di Expo durerà “oltre i sei mesi” dell’evento, ha sottolineato Martina. E non solo perché “consegnamo all’Italia una piattaforma di un milione di metri quadrati, dotata di un altissimo contenuto tecnologico e con pochissimi eguali in Europa”. Ma soprattutto perché il tema di come “nutrire il pianeta” è un “grande tema geopolitico, un’occasione unica per sprigionare il potenziale del nostro Paese”. E la “Carta di Milano, in questo senso, rappresenterà il veicolo privilegiato per farlo”.

LA VISITA DI BAN KI-MOON

L’Expo italiana, oltretutto, ha aggiunto Martina, ha il merito di rispolverare la “forte caratura politico-istituzionale che negli ultimi anni si era un po’ smarrita per strada”; sia nell’esposizione universale di Shanghai, Cina, sia ad Hannover, Germania, ha spiegato il ministro. Una ripresa testimoniata, ha fatto notare Martina, sia “dalla presenza di sabato del direttore generale della Fao” sia “dalla visita che il segretario generale delle Nazioni Unite Ban Ki-moon farà il prossimo 16 ottobre a Milano”; in occasione della quale gli sarà consegnata la Carta. Che, tuttavia, ha sottolineato il ministro dell’agricoltura, non è un atto intergovernativo come il Protocollo di Kyoto, cui è stata impropriamente paragonata da alcuni osservatori.

LE PRIORITÀ DELL’ITALIA

Lo scopo dell’Expo e della Carta di Milano, semmai, ha ripreso Martina, è quello di dare un contributo affinché le istituzioni e la società civile possano “passare dalla gestione delle urgenze ad affrontare le priorità del Paese, come ha ricordato Papa Francesco nel suo videomessaggio”. Che sarebbe, peraltro, secondo il ministro, la “chiave di lettura più importante” proposta dal Papa, nonostante “non sia stata adeguatamente ripresa”, anzi, è forse passata in sordina. Mentre si tratta quasi di un vero e proprio “progetto politico” da perseguire.

DAL CACAO AGLI OGM

“È un merito per l’Italia aver imposto all’agenda mondiale la riflessione su questi temi”, ha ribadito il responsabile delle relazioni istituzionali di Expo Roberto Arditti; su cui l’Università Cattolica è “immediatamente entrata in gioco”, ha aggiunto Pier Sandro Concoccelli, docente dell’ateneo milanese che sabato era al tavolo dove si è discusso di “prodotti alimentari come il cacao”.
All’Expo, ha concluso Martina, il confronto sarà aperto a tutto, “che non è poco”; anche a tematiche sensibili come quella degli Ogm, per esempio, gli organismi geneticamente modificati su cui la sua posizione, ha assicurato, “non è ideologica né da caccia alle streghe, ma attenta al dibattito scientifico in corso e a ciò che è più utile al nostro Paese, che non presenta certo una morfologia adatta a colture omogenee e indifferenziate”



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