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Jobs Act e Fca, che combinano Landini e Barbagallo?

Quando Carmelo Barbagallo, neo segretario in età della Uil, parlando in occasione dello sciopero generale contro il jobs act Poletti 2.0, aveva scandito la frase magica “oggi ha inizio una nuova Resistenza”, anche ai suoi amici più stretti, che assistevano all’esordio, era scappato un “a Carme’, parla come magni”. Invece, Barbagallo non demorde. Lui, al Jobs act, la guerra la vuole fare davvero, anche sul territorio. Nei giorni scorsi, a Lodi, la Uil è stato l’unico sindacato, che, con il pretesto del jobs act, non ha sottoscritto l’accordo alla ICR, in cui era prevista la stabilizzazione di 200 lavoratori. Non solo la CGIL e la CISL, ma anche la RSU, avevano condiviso e firmato l’intesa.

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La Fca ha chiesto di effettuare lavoro straordinario per i prossimi tre sabati nello stabilimento di Pomigliano d’Arco. Ha un picco di richieste per la Panda che, altrimenti, non riuscirebbe a soddisfare. Maurizio Landini, da consumato personaggio televisivo, ha risposto con la dichiarazione di uno sciopero di otto ore. Se fosse intellettualmente onesto l’urlatore di Reggio Emilia dovrebbe cominciare a chiedere scusa. Ai lavoratori di Pomigliano, prima di tutto. Se, a suo tempo, avessero seguito le indicazione della FIOM ora sarebbero disoccupati. I più fortunati di loro lavorerebbero in qualche sottoscala, in nero, alla merce’ della Camorra. Nonostante la campagna diffamatoria che accompagnò, passo dopo passo, quella vertenza (e le altre riguardanti Mirafiori e la ex Bertone), i lavoratori campani, nel referendum, seguirono le indicazioni dei sindacati firmatari dell’accordo, mentre i talk show televisivi suonavano la grancassa a sostegno delle farneticazioni del gruppo dirigente della FIOM. Sergio Marchionne non è un benefattore e non vuole esserlo. Se ha investito in Italia lo ha fatto perché conveniva al gruppo. E’ un fatto, però, che Fca assumerà a Melfi e farà rientrare migliaia di lavoratori dalla cassa integrazione, negli altri stabilimenti.

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Le vendite delle auto in Italia sono aumentate del 30%. Che sia merito del bonus degli 80 euro mensili?

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Lo schema del decreto sul contratto a tempo indeterminato a tutele crescenti – il pezzo pregiato del Jobs act Poletti 2.0 – ha ricevuto il parere delle Commissioni parlamentari competenti. Vedremo se, dopo la vicenda dell’elezione del Capo dello Stato, è davvero in campo quella nuova maggioranza, più orientata a sinistra, che è emersa nel voto sul parere delle Commissioni. Anche in questo caso, la minoranza dem, è alla ricerca di un segnale, che possa suscitare il dissenso di Maurizio Sacconi. Del resto, che altro mai potrebbe fare l’Ncd se non concedersi una vibrata protesta ?


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