Dopo la diffusione di un video che mostra la decapitazione di 21 egiziani cristiano-copti da parte di jihadisti dello Stato Islamico, il presidente egiziano Abdel Fattah al-Sisi aveva avvertito che il suo Paese si riservava “il diritto di reagire in modo e nel momento adeguato”. E così è stato.
VIA AI BOMBARDAMENTI
Oggi l’Egitto ha bombardato con la sua aviazione alcune postazioni dell’Isis, arrecando danni importanti a “campi di addestramento e depositi di armi“. I raid hanno colpito Derna, una delle conquiste dei drappi neri sulla costa libica, ma anche accampamenti a Bengasi e Sirte.
LA COLLABORAZIONE
Per fermare l’avanzata degli uomini di al-Baghdadi, il comandante dell’Aviazione libica, Saqer al-Joroushi, è stato incaricato dal capo di Stato maggiore delle Forze armate, Abdel Razzak el Nazouri, e dal capo dell’ “Operazione dignità”, Khalifa Haftar, di “collaborare” con le forze armate egiziane, venute in soccorso.
L’ATTIVISMO DEL CAIRO
Il Cairo preme da tempo per un intervento militare nel Paese, appellandosi al “diritto” egiziano, sancito dall’Onu, “a difendere i propri cittadini all’estero”, presenti in grande numero nell’Est della Libia.