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Perché lo sconfitto Maurizio Landini sdottoreggia a Piazzapulita?

Crisi libica: il premier Renzi ha dovuto richiamare all’ordine Paolo Gentiloni e Roberta Pinotti. Si erano messi in testa di essere davvero dei ministri: il primo agli Affari esteri, la seconda alla Difesa.

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Mettiamo che, in una serata qualsiasi, uno dei tanti talk show che ammorbano il nostro vivere civile (Dio salvi lo zapping!) inviti un noto imprenditore fallito alcuni giorni prima e gli conceda la possibilità di dissertare ampiamente su tutti gli argomenti affrontati nel corso della trasmissione. Immagino che voi direste: ‘’Ma guarda quello? Gli hanno chiuso l’azienda e viene qui a fare il fenomeno’’. Per Maurizio Landini la considerazione non vale. Benché reduce da un clamoroso insuccesso (all’ultimo sciopero proclamato dalla Fiom nello stabilimento di Pomigliano hanno aderito solo cinque lavoratori) è comparso a ‘’Piazzapulita’’ a tenere dotte lezioni di diritto costituzionale e quant’altro.

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Squadre di cronisti sono alla caccia degli elenchi dei cittadini italiani titolari di conti in Svizzera. Forse sarebbe il caso di distoglierne qualcuno per incaricarlo di svolgere un’accurata ricerca d’archivio. Ci terremmo a conoscere la lista di quei babbei che, a suo tempo, blateravano di ‘’primavera araba’’ o addirittura di ‘’risorgimento’’ sull’altra sponda del Mediterraneo.

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L’Osservatorio di JobPricing nel suo ”JP Salary Outlook 2015” ha pubblicato una ricerca sull’andamento delle retribuzioni in Italia ricavata da numerose fonti e da un ampio database, costituito da circa 100.000 profili di lavoratori dipendenti di aziende private raccolti nel 2014. La retribuzione annua lorda media, l’anno scorso, in Italia, è stata pari a 28.977 euro, equivalente a circa 20.306 euro netti all’anno in busta paga, pari a 1.560 euro al mese. Ma le differenze tra i diversi ruoli ricoperti nel mercato del lavoro, ad avviso del Rapporto, sono ancora molto elevate: se un dirigente guadagna mediamente 107.021 euro lorde e un quadro ne incassa 53.914 euro, un impiegato scende a 31.122 euro e un operaio si attesta a 23.913 euro. Così, per raggiungere lo stipendio di un amministratore delegato – sottolinea il Rapporto –  ad un operaio sono necessari  11,3 stipendi. Su questa differenza si sono concentrate le cronache. Bene. A noi, però, non sembra strano che un manager guadagni 11 volte di più di un operaio, proprio per le responsabilità che ricopre nell’organizzare il lavoro dell’operaio stesso. Soprattutto, se ciò accade nel settore privato, dove, chi ci mette la ‘’money’’, la tira fuori di tasca sua.

Per certi aspetti, stiamo diventando un Paese talebano. La subcultura sessantottina dell’egualitarismo è sopravvissuta, e riemerge, con una fastidiosa prosopopea di eticità,  quando si parla di stipendi e di pensioni.



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