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Da Expo a Qui Foundation. Come fare per non sprecare cibo

Il “Cibo è Vita”, recita la campagna di comunicazione lanciata a novembre scorso da Expo 2015, l’Esposizione Universale che Milano ospiterà dal primo maggio al 31 ottobre 2015, incentrata sul tema “Nutrire il Pianeta, Energia per la Vita“. Ma un terzo della produzione mondiale di cibo finisce nella spazzatura (per un valore di 750 miliardi di dollari), 146 chili di cibo per ogni italiano all’anno. E i dati del nostro Paese non sono incoraggianti.

Secondo il Rapporto 2014 sullo spreco alimentare domestico realizzato da Waste Watchers per Expo 2015, dai campi alla filiera, fino al bidone della spazzatura domestico, sprechiamo complessivamente 8,1 miliardi di euro all’anno, ovvero 6,5 euro settimanali a famiglia, per 630 grammi circa di cibo che mediamente ogni famiglia spreca settimanalmente. Gli sprechi di piccole attività commerciali alimentari (bar, piccole tavole calde, ecc.), si attestano invece su una media di 100 kg annuali per singola attività.

IL DIRITTO ALL’ALIMENTAZIONE

Il diritto a una corretta alimentazione è stato manifestato per la prima volta dal Presidente americano Franklin D. Roosevelt, nel suo discorso pronunciato davanti al Congresso degli Stati Uniti (“State of the Union”), nel 1941. Secondo il Presidente americano, la terza delle Quattro Libertà Fondamentali era la libertà dal bisogno e dalla fame. Dopo sette anni il diritto di tutti gli uomini ad una appropriata alimentazione divenne uno dei principi fondamentali della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo adottata dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 10 dicembre 1948.

L’ESPERIENZA AMERICANA

Per incoraggiare varie forme di partecipazione caritativa e semplificare la donazione di alimenti il 1° Ottobre 1996, il Presidente Bill Clinton firmò la legge chiamata del Buon Samaritano, il “Good Samaritan Food Donation ACT”. Con l’entrata in vigore di questa legge il donatore è stato sollevato da responsabilità civili e penali qualora il prodotto donato, in buona fede, fosse causa di danni al destinatario in stato di bisogno.
Il dipartimento americano dell’Agricoltura, inoltre, mette a disposizione sul proprio sito una serie di strumenti per intraprendere azioni pratiche per diminuire la quantità di cibo non utilizzato.

LA SITUAZIONE ITALIANA

Per l’Italia il 2003 ha rappresentato uno spartiacque in termini legislativi. L’entrata in vigore della Legge del “Buon Samaritano” ha permesso a tutte le organizzazioni che operano a fini di solidarietà sociale, riconosciute come ONLUS, di recuperare gli alimenti ad alta deperibilità (cibo cotto, alimenti freschi, etc) rimasti invenduti nel circuito della ristorazione (mense aziendali, scolastiche, etc) e di distribuirli ai bisognosi.
La legge numero 155 del 2003 ha facilitato la distribuzione dei prodotti alimentari a fine di solidarietà sociale poiché i donatori di cibo sono stati esonerati da ogni tipo di “responsabilità di percorso”, tra i quali il corretto stato di conservazione, il trasporto, il deposito e l’utilizzo degli alimenti stessi.

LE INIZIATIVE DI QUI FOUNDATION

Nata nel 2007 sull’onda della “legge del buon samaritano” (Legge 155/2003), è l’iniziativa “Pasto Buono” di QUI Foundation, la Onlus dedicata all’impegno sociale e alla solidarietà sostenuta da QUI! Group, la società operante nel settore dei titoli di servizio per il welfare aziendale.

CHE COS’È PASTO BUONO

Ogni giorno i volontari delle Onlus, Caritas e associazioni territoriali con cui collabora “Pasto Buono”, ritirano il cibo sano e invenduto presso ristoranti, self‐service, pasticcerie, bar, tavole calde e altri esercizi food, salvandolo dalla spazzatura e trasformando questi sprechi in risorse per chi ne ha più bisogno.

I NUMERI

Nel 2014 Pasto Buono ha recuperato e donato quasi 200 mila pasti, che vanno ad aggiungersi ai 500 mila pasti donati negli scorsi anni. Si stima che, se tutti i pubblici esercizi (350 mila in Italia) donassero a fine giornata il cibo invenduto, con una media di 22 pasti invenduti al giorno (fra self-service, gastronomie e bar), si potrebbero distribuire oltre 7 milioni di pasti quotidianamente.

I RICONOSCIMENTI

Pasto Buono è stato premiato ”come buona pratica di prevenzione degli sprechi alimentari, facilmente replicabile in altri contesti”, da una giuria composta anche dal Ministro dell’Ambiente nell’ambito dell’edizione 2014 della campagna “Un anno contro lo spreco”.

LA VIDEO INTERVISTA

In questa video intervista, Gregorio Fogliani, presidente di Qui Group racconta la nascita dell’iniziativa “pasto buono”, spiega i vantaggi per gli esercenti, oltre che per le fasce più bisognose e insiste sulla necessità di fare di più a livello normativo per incoraggiare gli esercizi commerciali ad intraprendere la lotta allo spreco alimentare.

Guarda il video:

 

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