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Rai Way e Ei Towers, così parte il gioco delle torri tv

Le mire del gruppo della famiglia Berlusconi sull’azienda quotata controllata dallo Stato. Le reazioni governative. E il mercato delle torri tv e telefoniche.

Ecco tutto quello che c’è da sapere sull’Opas (Offerta pubblica di acquisto e scambio) lanciata da Ei Towers (controllata al 40% da Mediaset) su Rai Way, sbarcata in Borsa lo scorso novembre.

CHE COS’È RAI WAY

Rai Way gestisce le reti di trasmissione e diffusione radiotelevisiva per la Rai, facendo viaggiare i segnali audio e video da e verso la sede centrale di Roma, 23 sedi territoriali e oltre 2.300 siti dislocati sul territorio italiano. Con più di 150 torri con altezza superiore ai 50 metri, eroga inoltre servizi ai clienti Business, quali l’ospitalità presso le infrastrutture di rete Rai Way degli impianti di operatori di telecomunicazioni, di enti della Pubblica Amministrazione o di altri broadcaster; la gestione dei servizi di trasmissione e trasporto dei segnali audio e/o video da un punto a un altro del territorio, sia in Italia sia all’estero; la diffusione attraverso le proprie strutture dei segnali televisivi e radiofonici; la prestazione di consulenze ingegneristiche, per lo sviluppo delle reti e la formazione tecnica.
Il personale di Rai Way al 1º gennaio 2013 era composto da 624 unità. In quell’anno (qui i dati del bilancio 2013), ha registrato 118 milioni di ricavi, con 8,4 milioni di utili.
Il suo debutto in Borsa risale a novembre scorso, con un’offerta pubblica di vendita delle azioni in mano alla Rai, dopo il decreto di privatizzazione del ministero delle finanze varato a settembre.

GLI AZIONISTI

La società delle torri è controllata per il 65% dalla Rai, a sua volta nelle mani del Tesoro, e tra i soci rilevanti spicca il fondo americano Blackrock con il 4,903%, presente anche nel capitale di Ei Towers con il 10,2%. Nell’azionariato di Rai Way ha inoltre una posizione importante Kairos Investment Management, la sussidiaria londinese del gruppo Kairos che ha in portafoglio 9,180 milioni di azioni pari al 3,38% di Rai Way al 31 gennaio. Tra gli investitori istituzionali nel capitale ci sono Fidelity (0,69% al 31 dicembre), Ubi Pramerica (0,54% al 31 gennaio), Amp Capital (0,51%) e Henderson (0,48%).

CHE COS’È EI TOWERS

Ei Towers, che possiede le antenne delle televisioni di Cologno Monzese, opera nelle torri di trasmissione per gli operatori radio-televisivi, della telefonia mobile e delle telecomunicazioni. È nata nel 2012 (leggi qui la storia dell’azienda) dalla fusione tra Elettronica Italiana, l’unità delle torri fondata negli anni Settanta da Adriano Galliani e poi confluita nel gruppo Finivest, e Dmt, il gruppo indipendente fondato dall’ex manager Mediaset Alessandro Falciai e quotato in Borsa nel 2004.
Ei Towers gestisce 3.200 infrastrutture, 2.300 delle quali di proprietà o disponibilità. Si tratta di locali tecnologici, pali o tralicci sul territorio italiano per gli impianti di trasmissione e le antenne di diffusione del segnale. Inoltre, la società svolge per alcuni clienti anche servizi a contenuto tecnologico nella pianificazione, progettazione, realizzazione e gestione delle infrastrutture di reti televisive di broadcasting.

L’ULTIMO BILANCIO

La società è controllata al 40% da Mediaset e al 10,2% da Blackrock. Nel 2013, l’ultimo bilancio approvato, ha registrato ricavi per 233 milioni, con utili per 33 milioni. Ha attualmente una capitalizzazione di mercato di 1,35 miliardi.

I DETTAGLI DELL’OPAS

Lanciata a 4,50 euro per azione, l’offerta pubblica volontaria di acquisto e scambio sulla totalità del capitale di Rai Way da parte di Ei Towers, valuta la società di trasmissione della Rai circa 1,22 miliardi di euro. L’operazione prevede il pagamento di una componente in contanti, pari a 3,13 euro, e una componente azionaria, costituita da 0,03 azioni ordinarie Ei Towers di nuova emissione.
Nell’annuncio di offerta su Rai Way, Ei Towers ha spiegato di voler puntare alla “creazione di un operatore unico delle torri broadcasting” per “porre rimedio all’attuale situazione di inefficiente moltiplicazione infrastrutturale dovuta alla presenza di due grandi operatori sul territorio nazionale”.

LA POSIZIONE DI RENZI

Ma le mire di Mediaset dovranno fermarsi sotto la soglia della maggioranza. A riaffermare la proprietà pubblica di Ray Way, ci ha pensato infatti il presidente del Consiglio Matteo Renzi.
“Considerata l’importanza strategica delle infrastrutture di rete, un decreto della presidenza del Consiglio dei ministri del 2 settembre 2014 ha stabilito di mantenere in capo a Rai una quota nel capitale non inferiore al 51%”, si legge in nota del governo.
La società delle torri di Mediaset ha chiesto “una piena integrazione industriale di Ei Towers con Rai Way”, o l’acquisto di una partecipazione che rappresenti almeno 66,67% del capitale sociale.

LO SCENARIO 

“Se il matrimonio tra Ei Towers e Rai Way l’operazione andasse in porto – ha scritto Carlotta Scozzari su Repubblica – alla postazione di controllo del nuovo gruppo non ci sarebbe più lo Stato (ora azionista di riferimento di Ray Way attraverso la Rai) ma la famiglia Berlusconi. Un po’ quello che accade in Francia, dove Tdf, la società che gestisce i ponti radio della tv d’oltralpe, non è in mano all’azionista pubblico ma è controllata da un nucleo di investitori canadesi guidati dal fondo attivo nelle infrastrutture Brookfield”.

LO STATO DEL MERCATO

In Italia risultano installate 58.300 torri di trasmissione. Mentre in altri Paesi il mercato è dominato da uno-due soggetti di grandi dimensioni, il nostro appare molto frammentato: due quarti delle torri appartengono a Telecom Italia e Vodafone, poi seguono Abertis, H3g, Wind, e in coda Mediaset (2.700) e Rai (2.300).

IL GIOCO DELLE TORRI

Ma perché le torri sono così interessanti? Scozzari ha elencato le ultime mosse del mercato: “Da Mediaset, che tramite Ei Towers vuole quelle della Rai, agli spagnoli di Abertis, che stanno trattando per rilevare quelle del gruppo delle telefonia Wind”.

A questi si aggiunge anche il gruppo di Marco Patuano: “Anche Telecom Italia ha appena deciso di cavalcare l’onda lunga dell’interesse verso il settore delle torri di trasmissione quotando le proprie”, si legge su Repubblica. “Chi comprerà?”, si chiesto Fabrizio Massaro sul Corriere della Sera. “Il gruppo guidato da Marco Patuano si prepara a quotare il 30-40% della sua società delle reti, Inwit: circa 11 mila torri valutate oltre 1 miliardo di euro. Secondo rumor circolati ieri, qualora Mediaset non riuscisse nell’operazione Rai Way, gli 800 milioni di finanziamento che le banche hanno messo a disposizione di Mediaset potrebbero essere dirottati verso le antenne di Telecom Italia, secondo qualcuno il vero obiettivo di Berlusconi. Il mercato ha fiutato l’affare e Telecom ieri ha guadagnato l’1,5%”.

L’ANALISI DEL SOLE

C’è un’anomalia tutta italiana, secondo il Sole 24 Ore: “Due reti parallele a copertura nazionale, a riflettere il sostanziale Far West regolamentare entro il quale nel secolo scorso avevano mosso i primi passi le tv commerciali”, ha scritto Antonella Olivieri, giornalista di economia e finanza del quotidiano diretto da Roberto Napoletano. “Altrove – in Spagna, in Francia ma anche in Uk – l’infrastruttura nazionale è unica”. “Mettere insieme Ei Towers (1,25 miliardi di capitalizzazione di Borsa pre-annuncio) e Rai Way (950 milioni) avrebbe dunque molto senso sotto il profilo industriale e finanziario”. Ma la mossa, dice il Sole, “pare quasi una provocazione visto che per realizzare l’operazione occorrerebbe che il governo modificasse il decreto con il quale aveva autorizzato a cedere fino il 49% di Rai Way”.

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