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Notai o avvocati? Chi festeggia per le liberalizzazioni di Renzi e Guidi

Tra le categorie professionali colpite dal ddl Concorrenza approdato la settimana scorsa in Consiglio dei ministri spicca quella dei notai. E’ questa una delle conclusioni degli osservatori dopo il varo del provvedimento governativo.

Ma l’intervento del governo di Renzi può avere anche altre chiavi di lettura. Ecco cosa prevede il disegno di legge e chi potrà avvantaggiarsene.

COSA CAMBIA

Per i passaggi immobiliari, abitazioni escluse, non sarà più necessario andare dal notaio, purché il bene abbia un valore catastale non superiore ai 100 mila euro. Il disegno di legge prevede infatti che per acquistare o formalizzare la donazione di garage, negozi, capannoni e cantine sarà sufficiente una scrittura privata autenticata da un avvocato.

COSTITUZIONE E CESSIONE DI QUOTE DI SRL

E sempre con scrittura privata potrà avvenire la costituzione di una Srl semplificata, che fino a questo momento veniva curata dal notaio. Per la cessione di quote di Srl potrà essere fatta con atto pubblico, scrittura privata o firma digitale delle parti.

I VANTAGGI PER I CONSUMATORI

L’annuncio di una possibile liberalizzazione ha raccolto non pochi favori tra i consumatori. “Non avrà un impatto rivoluzionario ma può rappresentare un alleggerimento di oneri a volte significativi”, si legge nell’analisi di Carmine Fotina sul Sole 24 Ore.

IL DERBY NOTAI/AVVOCATI

Il ddl Concorrenza, dunque, toglie ai notai per dare in parte agli avvocati. “Su questo punto sarà certamente battaglia. Con poche chances per i notai, se si considera la forza d’urto della lobby parlamentare (68 deputati e 35 senatori) al servizio degli avvocati (a loro volta d’ora in poi costretti a presentare all’assistito un preventivo, anche senza richiesta esplicita)”, ha scritto Stefano Livadiotti sull’Espresso.

UN REGALINO PER LE BANCHE?

Se per molti le misure previste dal ddl sono state viste nell’ottica di una riduzione per dei privilegi dei notai, diverso è il parere contenuto in un “dagoreport” di Dagospia, secondo cui il disegno di legge “in realtà sembra consegnare il mercato immobiliare nelle mani di banche e assicurazioni”, che “potranno creare un monopolio, occupandosi di tutto: compravendita, mutuo, e pure assicurazione”.

Di fatto, si legge su Dagospia, nel combinare “insieme la norma che consentirebbe l’ingresso di soci di capitale nelle società tra professionisti (art. 26, comma 1, lett. d) e la norma che estende a duecentoquarantamila avvocati (privi del titolo del concorso pubblico) attribuzioni della funzione pubblica, per autenticare vendite, donazioni e mutui (al momento di uso non abitativo e del valore catastale inferiore a 100000 euro)”, il ddl sulla concorrenza “crea la legittimazione del progetto già in essere da parte di grandi gruppi bancari (ad es. Unicredit e Intesa)”. Ma è proprio così? Secondo alcune indiscrezioni raccolte in ambienti ministeriali, si dice: è un effetto potenzialmente indiretto, di sicuro non voluto e perseguito, vedremo.

I RISCHI

A schierarsi a difesa dei notai è stato sul Corriere della Sera Beppe Severgnini sposando la tesi dei rischi a cui ha dato voce in questi giorni la classe notarile:
“Aggirando il notaio aumenta il rischio di frodi identitarie (è già accaduto dopo l’esclusione delle volture delle autovetture) e di confusione ipotecaria: una concausa della crisi dei mutui americani, e sappiamo quanto ci è costata. Rischieremo truffe per vendite di beni non di proprietà del venditore, e riciclaggio di denaro attraverso la costituzione di società con capitale inferiore a €20.000. Chi può, perciò, ricorrerà ancora al notaio; chi non può, andrà altrove”.

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