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Così la Lega di Salvini sta prosciugando Forza Italia

In data 2 marzo Lorien Consulting ha condotto in collaborazione con Italia Oggi la nuova rilevazione dell’Osservatorio socio-politico.

In primo piano la manifestazione della Lega Nord a Roma e le preoccupazioni degli italiani sui temi di politica estera.

Gli italiani infatti sono preoccupati in particolar modo per l’avanzata dell’ISIS in Libia e per la situazione di Siria ed Iraq (citate da oltre il 90%) e solo il 46% della popolazione maggiorenne, in questo momento, dà un giudizio positivo sulla politica estera del governo. Lo potremmo infatti definire un “giudizio sospeso” dato che la quota di giudizi negativi è pressoché allo stesso livello.

La maggioranza si dichiara assolutamente contraria ad un intervento militare nella situazione libica (a parziale eccezione solo degli elettori leghisti). E vorrebbero che si trovasse, o comunque che si tentasse in ogni modo, la soluzione diplomatica.

Inoltre abbiamo rilevato una breve sezione sul tema caldo del w-e: la manifestazione della Lega a Roma non è vissuta come un vero e proprio successo di Salvini, tuttavia è importante segnalare come un 23% della popolazione ne dia in ogni caso un giudizio positivo e che ben il 18% dichiari in particolare di condividerne i contenuti.

Si tratta, ancora una volta, dell’esplicitarsi anche su fronti e contenuti diversi di una propensione (in crescita da mesi) al voto per la Lega Nord. Attenzione: essa si esplica in primo luogo in termini di simpatia e di crescita del bacino potenziale di elettori e solo in secondo tempo in vere e proprie intenzioni di voto.

Infatti, la situazione attuale, in termini di voti, mostra semplicemente il confermarsi delle tendenze in atto e già evidenziate dalle scorse rilevazioni: dopo il sorpasso, aumenta significativamente il distacco tra Lega e Forza Italia; mentre perdura anche la fase di difficoltà del M5S, che tuttavia mantiene sempre una base solida di consensi difficili da scalfire (e che risente positivamente in termini percentuali di una bassa propensione al voto).

Fa da contraltare la netta ripresa (continua da 3 settimane) del giudizio sul Governo. Viceversa cala l’indice di fiducia nel futuro: i due fenomeni vanno ormai da considerati come indipendenti.

Da un lato Renzi, pur ancora gradito da una quota consistente di elettori, non rappresenta più l’unica fonte di ottimismo, dall’altro al calo della fiducia non corrisponde la possibilità di un’alternativa a breve termine a questo Governo. E tutti i possibili sfidanti di Renzi lo sanno bene, potendo solo attendere e preparare le basi di consenso per le prossime competizioni elettorali.

Infine, sul sul Job Act la maggioranza assoluta degli italiani dichiara di non aver capito il provvedimento e il giudizio complessivo non è particolarmente positivo (36%). Molto più positivi i giudizi sui alcuni dei singoli elementi del provvedimento: la conciliazione dei tempi vita-lavoro, il limite dei rinnovi per i contratti precari, l’assegno sociale di disoccupazione, l’abolizione di co.co.co. e co.co.pro.



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