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House of Cards, la lezione (russa) per Renzi

Un presidente russo, Viktor Petrov, che sembra una copia leggermente modificata di quello reale, Vladimir Putin; accordi di pace che restano parole al vento e giochi politici in cui vince chi non si fa scrupoli a passare sopra tutto e tutti pur di raggiungere i propri obiettivi. Rude e maschilista, in apparenza Petrov è pronto a stringere intese con i suoi omologhi stranieri, ma alla fine non le rispetta. E’ un uomo avido di potere, insomma un alleato inaffidabile.

Quello appena descritto è uno dei personaggi della terza stagione della serie americana House of Cards (disponibile integralmente su Netflix dal 27 febbraio), che offre qualche spunto di riflessione riguardo gli attriti recenti tra Washington e Mosca. Si tratta di una fiction, certo, ma che potrebbe offrire consigli utili anche al premier italiano Matteo Renzi, grande fan del telefilm, che oggi a Mosca ha incontrato il presidente russo, quello vero, per parlare di Ucraina e Libia. Renzi farà la fine del protagonista della serie, il presidente americano Frank Underwood, giocato dall’inaffidabile Petrov o “imparerà la lezione” e non darà troppa fiducia al Putin in carne ed ossa?

LEZIONE DI POLITICA

Ma cominciamo dall’attrazione di Renzi per House of Cards. Qualche mese fa il premier ha acquistato in libreria una copia di House of Cards di Michael Dobbs, il libro da cui è tratta la fiction. A maggio il premier italiano aveva detto che “la formazione politica può avvenire anche attraverso le serie tv americane” e, di seguito, molti del suo entourage hanno detto di apprezzare la serie come una “specie di corso di politica”. Allora Dobbs, l’autore, ci ha tenuto a mandare un biglietto al presidente del Consiglio, avvertendo che il suo libro “non è un manuale di istruzioni”.

LA RUSSIA DI PETROV

Senza svelare troppi particolari a chi segue la serie a puntate in onda ogni settimana in Italia su Sky Atlantic, si può anticipare che il protagonista Frank Underwood effettivamente diventa presidente degli Stati Uniti. E che al centro della sua attività amministrativa c’è la politica estera, in particolare quella con Russia, Medio Oriente e Nazioni Unite.

Le similitudini tra fiction e realtà sono indiscutibili sin dalla prima stagione della serie. Come racconta il Washington Post, uno dei personaggi centrali della terza stagione è il presidente russo Viktor Petrov, che si fa ritrarre a torso nudo mentre fa sport; una copia del presidente Vladimir Putin. Petrov – come Putin – ha incontrato tre presidenti americani e ha un passato come agente del KGB. La sua visita a Frank Underwood alla Casa Bianca è oscurata dalle proteste di manifestanti che si oppongono alla legge anti-gay in discussione in Russia.

Ci sono altri  altri piccoli dettagli che ricordano il vero Putin e le tensioni con la Russia: l’insistenza di Petrov su un ridimensionamento del sistema di difesa missilistica europea della Nato; le preoccupazioni russe circa l’essere isolata al Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite, e una menzione importante a un cittadino un russo di nome Sergey morto in un carcere, forse un riferimento al tragico caso di Sergei Magnitsky. Ma, a differenza di Putin, il presidente russo di “House of Cards” parla un inglese perfetto ed è un donnaiolo che ama fare festa.

MEDIO ORIENTE E NAZIONI UNITE

Un altro punto nell’agenda di politica estera di Underwood è il Medio Oriente. L’invio di truppe americane nella valle del Giordano, un territorio che esiste realmente e si trova tra la Giordania e la Cisgiordania, diventa nella serie un tema centrale per la pace in Medio Oriente.

Come si intuisce dalle prime due puntate della terza serie, Claire, la moglie di Underwood, diventa ambasciatore degli Stati Uniti alle Nazioni Unite. Una nomina che era stata bloccata dal Senato ma che il presidente fa passare per decreto mentre i parlamentari sono in vacanza. Come è accaduto nella realtà con John Bolton, quando dopo che era stato respinto venne nominato.

HOUSE OF CARDS MADE IN RUSSIA

Nonostante sia stato prodotto pensando al pubblico americano, “House of Cards” è arrivato in territorio di Pechino, dove i cinesi bypassano le barriere digitali della censura statale per trovare anticipazioni e puntate.

Anche in Russia seguono con attenzione la serie. Secondo il Guardian, il canale indipendente Rain TV avrebbe iniziato una campagna di crowdfunding per girare un House of Cards in salsa russa. Si chiamerà “Zavtra” (Domani) ed è ambientato nella Russia del 2018, durante le elezioni presidenziali. Chissà a quale delle due serie deciderà alla fine di ispirarsi Renzi. 

Ecco l’episodio pilota della serie di Rain Tv


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