Marco Politi sul Fatto Quotidiano ha parlato di “pugno di Francesco” dato a Comunione e Liberazione, durante l’udienza che s’è tenuta sabato scorso in piazza san Pietro. “Il mite Francesco, con l’eleganza antica di chi sa maneggiare la penna e la parola nella Compagnia di Gesù, ha stilato l’elenco dei vizi ciellini. Madamini, il catalogo è questo! ‘Quando io metto al centro il mio metodo spirituale, io esco di strada – ha spiegato – Quando siamo schiavi dell’autoreferenzialità finiamo per coltivare una spiritualità di estichetta: ‘Io sono Cl’ e poi cadiamo nelle mille trappole che ci offre il compiacimento…quel guardarci allo specchio che ci porta a trasformarci in meri impresari di una ong”.
PER SOCCI “BERGOGLIO BASTONA LE PECORE PIU’ FEDELI”
Ma era davvero un attacco al movimento? Antonio Socci, su Libero, pensa di sì: “Ieri (sabato 8 marzo, ndr) si è reso omaggio all’uomo Giussani, ma trasformato in un santino e isolato dalla sua storia. Tentando di delegittimare e archiviare l’opera che da lui è nata, il popolo di Comunione e liberazione e la sua formidabile presenza sociale e culturale, la sua originale creatività che dagli anni Settanta ha incontrato e coinvolto tantissimi giovani e molti non credenti. Bergoglio – aggiunge Socci – dice il contrario di quanto hanno affermato Giovanni Paolo II, Benedetto XVI e don Giussani”. Il titolo dell’articolo chiarisce già il concetto: “Bergoglio bastona le pecore più fedeli alla Chiesa”.
LA FRASE SUI “CRISTIANI PIPISTRELLI”
Se però si decontestualizza e si vanno a rileggere tutti i discorsi che il Papa ha pronunciato in questi due anni di pontificato, si scopre che richiami di questo genere, di certo, non sono un’eccezione, anzi. Tante volte il Pontefice ha parlato “della malattia dei cristiani, l’aver paura della gioia. Cristiani che Preferiscono la tristezza e non la gioia. Si muovono meglio non nella luce della gioia, ma nelle ombre, come quegli animali che soltanto riescono ad uscire nella notte, ma alla luce del giorno no, non vedono niente. Come i pipistrelli. E con un po’ di senso dell’umorismo possiamo dire che ci sono cristiani pipistrelli che preferiscono le ombre alla luce della presenza del Signore”.
LA RAMANZINA AI NEOCATECUMENALI
Un anno fa fece rumore quanto disse ricevendo in udienza il Movimento neocatecumenale: “Vorrei proporvi alcune semplici raccomandazioni. La prima è quella di avere la massima cura per costruire e conservare la comunione all’interno delle Chiese particolari nelle quali andrete ad operare. (…) La comunione è essenziale: a volte può essere meglio rinunciare a vivere in tutti i dettagli ciò che il vostro itinerario esigerebbe, pur di garantire l’unità tra i fratelli che formano l’unica comunità ecclesiale, della quale dovete sempre sentirvi parte”. E in ogni caso, “la libertà di ciascuno non deve essere forzata, e si deve rispettare anche la eventuale scelta di chi decidesse di cercare, fuori dal Cammino, altre forme di vita cristiana che lo aiutino a crescere nella risposta alla chiamata del Signore”.
“VESCOVI NON SIANO MONDANI”
Che dire, poi dei più che frequenti rimbrotti ai vescovi? Si prenda come esempio l’udienza generale dello scorso 5 novembre: “I vescovi sono garanti della fede delle comunità cristiane e come segno vivo della presenza del Signore in mezzo a loro. Non si tratta di una posizione di prestigio, di una carica onorifica. L’episcopato non è una onorificenza, è un servizio. Non dev’esserci posto nella Chiesa per la mentalità mondana. L’episcopato è un servizio, non un’onorificenza per vantarsi”.
“I CORROTTI NON TORNANO INDIETRO, SONO SEPOLCRI IMBIANCATI”
Tanti malesseri creò anche l’omelia di un anno fa dinanzi ai parlamentari italiani: “E’ tanto difficile che un corrotto riesca a tornare indietro. Il peccatore, sì, perché il Signore è misericordioso e ci aspetta tutti. Ma il corrotto è fissato nelle sue cose, e questi erano corrotti. E per questo si giustificano, perché Gesù, con la sua semplicità, ma con la sua forza di Dio, dava loro fastidio”. Francesco li bollò come “uomini di buone maniere ma di cattive abitudini. Gesù li chiama ‘sepolcri imbiancati'”.
“NO AI PRETI TRISTI COLLEZIONISTI DI ANTICHITA'”
Sui preti, poco giorni dopo l’elezione, durante la Messa del Crisma in San Pietro, disse che spesso “finiscono per essere tristi, preti tristi, e trasformati in una sorta di collezionisti di antichità oppure di novità, invece di essere pastori con l’odore delle pecore”.