Nel corso della Liturgia penitenziale celebrata nella Basilica vaticana, il Papa ieri ha annunciato l’indizione di un Giubileo straordinario che avrà al centro il tema della misericordia.
ANNO SANTO DELLA MISERICORDIA
“Sarà un Anno Santo della misericordia”, ha detto Francesco prima di aggiungere: “Sono convinto che tutta la Chiesa potrà trovare in questo Giubileo la gioia per riscoprire e rendere feconda la misericordia di Dio, con la quale tutti siamo chiamati a dare consolazione a ogni uomo e ogni donna del nostro tempo”.
LE DATE E GLI ORGANIZZATORI
La Porta santa sarà aperta il prossimo 8 dicembre, giorno dell’Immacolata concezione e cinquantesimo anniversario della chiusura del Concilio Vaticano II. Si concluderà il 20 novembre del 2016, solennità di Cristo Re. L’organizzazione dell’evento è stata affidata al Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione, l’organismo voluto qualche anno fa Benedetto XVI e guidato fin dalla sua istituzione da mons. Rino Fisichella.
LA LETTURA DELLA BOLLA
L’annuncio ufficiale e solenne dell’Anno Santo avverrà con la lettura e pubblicazione presso la Porta santa della Bolla nella Domenica della Divina misericordia, festa istituita da Giovanni Paolo II e celebrata la prima domenica dopo Pasqua.
L’ULTIMO GIUBILEO STRAORDINARIO RISALE AL 1983
L’ultimo Giubileo straordinario risale al 1983, quando fu indetto da Papa Wojtyla in occasione dei 1950 anni della Redenzione. L’ultimo Anno santo ordinario s’è celebrato nel 2000, il primo nel 1300 con Bonifacio VIII, che inizialmente aveva previsto si tenesse un Giubileo ogni secolo. La scelta di cadenzarlo ogni 25 anni risale al 1475.
“LE PORTE DELLA CHIESA SONO SPALANCATE”
Nel corso dell’omelia, Francesco ha ribadito ancora una volta che “nessuno può essere escluso dalla misericordia di Dio; tutti conoscono la strada per accedervi e la Chiesa è la casa che tutti accoglie e nessuno rifiuta. Le sue porte permangono spalancate, perché quanti sono toccati dalla grazia possano trovare la certezza del perdono. Più è grande il peccato e maggiore dev’essere l’amore che la chiesa esprime verso coloro che si convertono”.