Il verde padano è già un ricordo del passato, per non parlare del nero di quegli ambienti della destra estrema a lui un tempo molto affini. Flavio Tosi si converte al giallo, il colore che caratterizzerà il suo nuovo corso in politica dopo la cacciata dalla Lega Nord. “Domani portate e fate portare qualcosa di giallo” ripetono in queste ore i fedelissimi del sindaco scaligero. Il riferimento va alla manifestazione in programma oggi all’auditorium della fiera di Verona, un evento ribattezzato #siamocontosi e organizzato nel giro di soli due giorni da quella fondazione “Ricostruiamo il Paese” all’origine dell’espulsione dal Carroccio orchestrata dal segretario federale Matteo Salvini. Non sarà un appuntamento qualunque, perché davanti a una platea che gli organizzatori si attendono gremita di 600 persone, Tosi annuncerà ufficialmente la sua candidatura a governatore del Veneto in contrapposizione al leghista Luca Zaia e per la gioia di Alessandra Moretti del Pd che sogna un colpaccio impensabile fino a qualche settimana fa.
LA STRATEGIA STUDIATA CON I FEDELISSIMI
Prima l’espulsione annunciata nella serata di martedì via agenzia stampa da Salvini, quindi le immediate polemiche del giorno dopo, infine quei due giorni di riflessione. E di incontri. Già, perché Tosi tra giovedì e venerdì ha voluto vedere parlamentari, consiglieri regionali veneti e amministratori del territorio per tastare il polso ai suoi fedelissimi così da capire se davvero rischiare tutto e gettarsi dentro l’arena piena di leoni o meno. D’altronde, gli ha fatto notare qualcuno, la visibilità in questo momento è altissima, il sindaco scaligero gode di una notorietà e un impatto mediatico che difficilmente potrà avere anche in futuro. Non si può certo permettere adesso di stare nell’ombra, non può restare a bordo campo a guardare gli altri che giocano la partita. Ormai la frittata è fatta, deve agire.
LE ALLEANZE IN VENETO
Su una cosa Tosi è stato chiaro sin dall’inizio in merito alla sua candidatura: né con la sinistra, né con i partiti. La sua sarà una corsa prettamente civica, sostenuto innanzitutto da una lista che porterà il suo nome sulla falsariga di quella veronese, e probabilmente con una seconda riconducibile alla fondazione “Ricostruiamo il Paese” e ben colorata di giallo. L’Ncd di Angelino Alfano non ha fatto mistero di voler essere della partita, invitando anche Forza Italia a pensarci e mollare definitivamente Salvini. Per i centristi ci sarà posto ma a patto che rinuncino al simbolo sulla scheda elettorale, proprio come alcuni esponenti del centrodestra hanno fatto alle comunali di Verona dove la lista del sindaco è stata la più votata con quasi il 38%.
IL SONDAGGIO E IL RUOLO DEI MILITANTI
Alcune settimane fa, quando ancora l’espulsione sembrava una soluzione tanto drastica quanto lontana, lo staff della fondazione aveva messo le mani avanti commissionando un sondaggio sulle regionali dal quale è emerso che un’eventuale lista Tosi arriverebbe fino al 10-12% in alleanza con Zaia. “Figurarsi ora che andiamo da soli, potremmo prendere molto di più” azzardano alcuni fedelissimi, convinti che folle di militanti siano pronti a seguirli. E proprio qui sta il punto: perché se i parlamentari veneti pronti a lasciare il gruppo del Carroccio al momento non arrivano a dieci, una vera scissione si verificherà soltanto nel partito veronese, non in tutto il Veneto. Tanti tosiani sono troppo legati al simbolo di Alberto da Giussano per mollare tutto di punto in bianco, magari dopo vent’anni di militanza. Occorrerà però capire se per queste elezioni i leghisti vicini al sindaco lavoreranno davvero per Zaia oppure se sotto banco tireranno la volata al loro leader ormai defenestrato. In fondazione al momento si attende che il quadro si definisca, poi nelle prossime settimane sarà commissionato un nuovo sondaggio.
IL PRIMO INCONTRO AL VINITALY
C’è già una data fissata per il primo round pubblico dello scontro tra Tosi e Zaia: è l’inaugurazione del Vinitaly in programma domenica 22 marzo alla fiera di Verona. Il sindaco non potrà certo mancare, e nemmeno il governatore che da ministro ha sempre sostenuto la manifestazione. “Si saluteranno senza problemi, anche perché Flavio è rimasto molto amareggiato soprattutto dal comportamento di Salvini, lui avrebbe sostenuto Zaia. Certo, sarà un curioso e simpatico siparietto” commentano alcuni suoi collaboratori.