L’unico brivido è all’inizio, quando Graziano Delrio, di fronte all’assenza di Matteo Renzi, dice: “Scusate, ma a Palazzo Chigi c’è l’ennesima emergenza…”. E tutti pensano: oddio, vuoi vedere che Matteuccio ha convocato Maurizio Lupi per chiedergli le dimissioni?
Siamo a Montecitorio, Sala del Mappamondo, dove avrebbe dovuto andare in scena, ieri sera, un appuntamento a “50 sfumature di renzismo”: la presentazione del libro “Cambiando l’Italia”, di Delrio appunto, con il capo del governo e il neo direttore filo renziano del Foglio, Claudio Cerasa, a moderare. Ma il presidente del consiglio darà buca. Così Cerasa e Delrio se la cantano e se la suonano da soli.
(UMBERTO PIZZI ALL’OPERA ALLA PRESENTAZIONE DEL LIBRO)
Eppure a sentire il premier erano venuti in tanti. Oltre i giornalisti, infatti, fanno capolino le facce di alcuni renziani della prima ora, come Matteo Richetti e Lorenzo Guerini, e dell’ultima, come Andrea Romano e Gennaro Migliore. Ma anche di non renziani. C’è, infatti, pure il capogruppo Roberto Speranza. E addirittura il presidente dei deputati di Forza Italia, Renato Brunetta. Anna Masera, capo ufficio stampa di Montecitorio, vigila col telefonino sempre in mano.
Ma il premier è bloccato a Palazzo Chigi e lì rimarrà. Così, tra una previsione sulla disoccupazione (“entro fine anno mi piacerebbero 250 mila occupati in più”) e una considerazione sulla leadership (“tutte le democrazie hanno bisogno di un leader, i due soggetti non sono incompatibili”), l’altro brivido arriva nel finale. E l’argomento è sempre lo stesso: Lupi. “Non è indagato e non ha l’obbligo di dimettersi”, sostiene Delrio, “ma poi ci sono altre valutazioni da fare. Considerazioni di opportunità che sta facendo lui stesso e stanno facendo a Palazzo Chigi. Anche se in questi casi occorre usare prudenza…”.
Insomma, il passo indietro del ministro delle Infrastrutture ancora non c’è, ma potrebbe essere molto vicino.