Non piace proprio, ai vescovi italiani, il disegno di legge Cirinnà. Il testo, che ha ottenuto il primo via libera in Senato, prevede per le coppie omosessuali tutti i diritti sociali previsti per il matrimonio, con l’esclusione della possibilità di adottare bambini. Con una eccezione: la possibilità di adottare il figlio naturale del convivente.
“NO ALLA FORZATURA IDEOLOGICA”
“Ancora una volta è in atto un tentativo di equiparare realtà che di fatto sono diverse tra loro”, ha detto ieri il segretario generale della Cei, mons. Nunzio Galantino, nella conferenza stampa a margine della presentazione del comunicato finale de Consiglio episcopale permanente. “La famiglia è una realtà storicamente, culturalmente e antropologicamente definita. Oggi, col ddl Cirinnà si farebbe una forzatura ideologica per ridurre realtà diverse come fossero uguali”.
“BISOGNA AVERE IL CORAGGIO DI RICONOSCERE LE DIFFERENZE”
A giudizio di Galantino – che il Papa recentemente ha sollevato dalla guida pastorale di Cassano allo Jonio per affidargli a tempo pieno l’incarico di numero due della Cei – “siamo di fronte a un uso improprio e ideologico dello strumento giuridico”. Quel che occorre fare, secondo quanto affermato del presule, “è avere il coraggio di riconoscere le differenze, senza pretese di fare del terrorismo linguistico, confondendo il doveroso rispetto dei diritti con una forzatura giuridica”.
LA REPLICA DELLA SENATRICE CIRINNA’
La senatrice del Pd da cui prende il nome il disegno di legge, Monica Cirinnà, non si cura troppo delle osservazioni di mons. Galantino: “Il Pd va avanti – ha replicato – La legge sulle unioni civili è un impegno preso con i nostri elettori ed è un riconoscimento di diritti che la Consulta ci chiede con estrema sollecitudine”.
“IO NON MI OCCUPO DI PECCATI”
Ci tiene, con una punta di sarcasmo – “sprezzante” la definisce Avvenire –, a fare una puntualizzazione, la relatrice del provvedimento: “E’ ovvio che io rispetto la posizione della Cei, però vorrei precisare che io mi occupo di leggi e diritti, semmai di reati. Non di peccati”. Salvo poi far marcia indietro, parlando di “parole precipitose”, garantendo che il suo testo è solo “una ipotesi di lavoro”, visto che “il Parlamento è sovrano e avrà tutto il tempo per discutere”.
“SARA’ UNA LUNGA BATTAGLIA”
“Questa battaglia sarà lunga”, osserva il direttore del quotidiano La Croce, Mario Adinolfi, in un editoriale: “Sarà bene inondare il testo base di emendamenti e di battagliare anche in termini tecnici in modo coriaceo costringendo la commissione all’esame di ogni proposta di modifica. Prendere tempo può servire a far ragionare qualcuno. Secondo passaggio – aggiunge Adinolfi – è la moral suasion” per evitare l’approvazione di “questa legge orrenda”.
LA DELUSIONE DELLE ASSOCIAZIONI FAMILIARI
Il Forum delle Associazioni familiari si dichiara deluso per quanto sta andando in scena al Senato: “Nonostante tutti, o quasi,abbiano cercato di farle cambiare idea (società civile, opposizioni, maggioranza di Area popolare e perfino il Pd) la proposta Cirinnà rimane sostanzialmente invariata. E dietro il falso obiettivo del riconoscimento delle unioni civili si vuole introdurre il matrimonio omosessuale”. Il rischio, nota il Forum, è quello di “andare incontro a due matrimoni paralleli, uguali per legge ma diversi per la natura”.