Hillary Clinton ha confermato la candidatura per conquistare la nomination democratica e correre così per le elezioni presidenziali del 2016. Le risorse economiche non le mancano, ma forse quest’abbondanza di denaro è proprio uno dei problemi che dovrà affrontare per farsi percepire più vicina dall’elettorato e salire fino alla Casa Bianca, secondo alcuni osservatori.
PICCOLI (GRANDI) DONATORI
Come spiega Paolo Mastrolilli sulla Stampa, “ci sono troppi soldi e da donatori troppo ricchi”. Una fonte vicina a Hillary Clinton ha dichiarato a Mastrolilli che se si vuole “evitare l’impressione negativa della campagna imperiale che fallì nel 2008, e convincere la classe media che intendiamo affrontare e risolvere l’emergenza della diseguaglianza economica, dobbiamo essere molto prudenti nella raccolta dei fondi elettorali”. Per questo motivo la campagna di raccolta di fondi è ora orientata a piccoli donatori della classe media che offriranno cifre modeste, ma dal grande peso politico e d’immagine.
SOSTEGNO ARABO
La stampa americana sostiene che i governi di Arabia Saudita, Qatar, Kuwait e Oman finanziano la Fondazione Clinton, che ha raccolto 2 miliardi di dollari dal 2001. La fondazione guidata dall’ex presidente Bill Clinton sostiene la candidatura di Hillary.
FINANZIAMENTO ESTERO
Il Washington Post ha ricordato che governi e persone straniere non possono finanziare candidati e campagne elettorali negli Stati Uniti, ma sostiene che la famiglia Clinton è riuscita ad aggirare questo divieto con una serie di accordi con l’amministrazione federale. Inoltre, secondo Blacklisted News, la fondazione ha presentato l’elenco dei Paesi donatori (tra cui l’Algeria), ma non ha specificato le cifre né la lista di chi ha offerto il proprio contributo nei quattro anni in cui Hillary Clinton è stata segretario di Stato.
SOROS E GAGOSIAN
A febbraio del 2014 il “tesoretto” dell’ex first lady ammontava a poco più di 3 milioni di dollari e tra donatori c’erano attivisti politici, attori di Hollywood e investitori finanziari. Sostenitori della prima ora sono stati il finanziere e filantropo George Soros (che conta su un patrimonio di 15 miliardi di euro, nella foto) l’architetto e attivista per i diritti degli omosessuali Jay Stryker (patrimonio di un miliardo di euro) e il collezionista d’arte Larry Gagosian (220 milioni).
IL CONTRIBUTO DI ALICE WALTON
Quell’anno Hillary Clinton ha conquistato anche Alice Walton, una delle più ricche ereditiere del mondo. La Walton è discendente dei fondatori della catena di supermercati Walmart. Con un patrimonio di circa 20 miliardi di euro, ha annunciato una donazione di 20mila euro a un’organizzazione che sostiene la probabile corsa presidenziale di Hillary. Un cambio di posizione, dal momento che nel 2012 la Walton aveva dato altri 20mila euro per la campagna del repubblicano Mitt Romney.
L’AIUTO DEI SUPER PAC
Un altro strumento chiave nella campagna di raccolta fondi sono i Super Pac: organizzazioni indipendenti approvate dalla Corte Suprema nel 2010. Sostengono partiti, singoli candidati o anche linee politiche. “Ready for Hillary” ha sposato le idee di Hillary Clinton e conta su 40mila donazioni. Secondo il quotidiano Usa Today, per le elezioni legislative del 4 novembre scorso, grazie a questo strumento i democratici hanno raccolto il doppio del denaro rispetto ai repubblicani.