Riuscirà il sistema sanitario nazionale a garantire nei prossimi anni qualità dei servizi e stessi livelli di assistenza? Quanto sono ancora disposte a spendere le famiglie per farmaci e cure mediche? E qual è il grado d’interesse per i servizi sanitari digitali al cittadino?
Ecco alcune risposte agli interrogativi in uno studio condotto da G&G Associated, e commissionato da Fasi, il Fondo assistenza sanitaria integrativa per i dirigenti di aziende produttrici di beni e servizi, che ha esplorato le opinioni, i bisogni sanitari e la domanda di servizi sanitari della popolazione italiana adulta.
La ricerca è stata presentata ieri durante il convegno “La sanità integrativa alla sfida della sanità digitale”, organizzato congiuntamente dal FASI e dal CDTI (Club Dirigenti Tecnologie dell’Informazione), e con il patrocinio di Federmanager Roma.
CAMPIONE E METODOLOGIA
Lo studio di Fasi è stato condotto mediante la somministrazione con tecnica mista (telefonica o online) di un questionario strutturato. Sono state coinvolte 3.800 persone rappresentative della popolazione italiana adulta per età, genere, istruzione, area di residenza ed eventuale copertura sanitaria integrativa.
FATTORI DI ALLARME
Dai dati emersi dalla ricerca, sprechi, corruzione, tagli alla spesa, aumento dei costi per le malattie croniche, la non autosufficienza, l’invecchiamento, gli squilibri territoriali, il crescente divario tra domanda di salute e offerta sanitaria, sono tra i maggiori fattori di allarme sociale.
LIVELLO DI QUALITÀ
Secondo il 46% del campione nei prossimi 4-5 anni la qualità complessiva dei servizi erogati dal Servizio Sanitario pubblico peggiorerà, per il 19% migliorerà, mentre per il 35% rimarrà sui livelli attuali.
LIVELLI DI ASSISTENZA
Ma quali sono per gli intervistati le previsioni sull’evoluzione dei livelli di assistenza che il Sistema Sanitario Nazionale riuscirà a garantire nei prossimi 4-5 anni?
“Riuscirà a garantire gli stessi livelli di assistenza”, hanno risposto il 18%. Secondo il 32% del campione il Ssn, invece, non riuscirà a garantire gli stessi livelli di assistenza, per il 33% riuscirà a garantire solo in parte gli stessi livelli di assistenza, mentre per il 17% dipenderà da altri fattori (risorse a disposizione, andamento della crisi, ecc…).
LA CAPACITA’ DI SPESA DELLE FAMIGLIE
Il 78% degli intervistati prevede di ridurre o rimandare spese sanitarie. Tra i servizi sanitari a rischio di riduzione o posticipazione ci sono le cure odontoiatriche (57%), la prevenzione sanitaria (47%), le visite mediche specialistiche (42%), gli esami diagnostici (32%) e l’acquisto di farmaci (29%).
IDEE E SUGGERIMENTI
Ecco alcuni suggerimenti giunti dagli intervistati per migliorare la sostenibilità del Sistema Sanitario Nazionale: eliminare gli sprechi e combattere la corruzione (93%), diffondere il fascicolo sanitario, con storia clinica e spese (81%), aumentare i ticket per i cittadini con un reddito elevato (78%), informatizzare il SSN, gestendo tutto on line e tramite computer (66%), facilitare il ricorso alle coperture sanitarie integrative (61%), accorpare le strutture, per risparmiare su affitti, manutenzione e personale (57%), centralizzare il sistema sanitario (54%), togliere alle Regioni l’autonomia sanitaria (46%), aumentare i ticket per chi non ha la cittadinanza italiana (36%), rimborsare solo i farmaci salvavita e le terapie realmente indispensabili (27%), il SSN dovrebbe assistere solo le fasce di reddito più basse (27%), rendere obbligatori i Fondi Sanitari Integrativi privati (23%).
I NUMERI DELL’ASSISTENZA SANITARIA INTEGRATIVA
Secondo i dati pubblicati dal Ministero della Salute, in Italia il 10% della popolazione, circa 5,8 milioni, è dotata di Assistenza sanitaria integrativa.
Lo studio evidenzia come tra queste persone aumenti sensibilmente il grado d’interesse per i servizi sanitari digitali al cittadino, quali prenotazione on line di visite, analisi cliniche, ricoveri, gestione on line di spese/pagamenti sanitari e teleassistenza/telesoccorso.