Con la campagna elettorale sempre più nel vivo, e soprattutto con l’approssimarsi della presentazione delle liste – la scadenza è tra venerdì e sabato – in Veneto è aperta la caccia a ingraziarsi la galassia indipendentista. Come cinque anni fa, ogni candidato potrà contare su qualche lista o esponente autonomista pronto a promettergli voti. Nel 2010 il Pd vantava tra i suoi alleati la Liga Autonomo Veneto fermatasi allo 0,2%, mentre col terzo polo centrista dell’Udc correva Unione Nord-Est (1,55% e un consigliere eletto); c’erano poi gli aspiranti governatori Silvano Polo di Veneti Indipendensa (0,35%) e Gianluca Panto del Partito Nasional Veneto (0,36%). Date queste percentuali da prefisso telefonico, la maggioranza dei consensi di quest’area politica riuscì a intercettarla Luca Zaia con il suo 60,16%, forte anche del 35,16% della Lega Nord che aveva ben impresso nel simbolo il nome della Liga Veneta.
ZAIA IMBARCA GLI STORICI SCISSIONISTI DEL CARROCCIO
Sapendo di non poter rinunciare agli indipendentisti, soprattutto dopo aver varato in consiglio regionale la legge sulla consultazione popolare (già impugnata dal governo), il presidente uscente Zaia non ha guardato in faccia a nessuno nella sua campagna acquisti. E così ha imbarcato anche ex leghisti di razza come Fabrizio Comencini e Mariangelo Foggiato, protagonisti della prima scissione della Lega Nord avvenuta nel 1998, quando l’allora leader della Liga Veneta e il segretario provinciale della Marca (poi eletto in Regione con Unione Nord-Est) se ne andarono dopo essere entrati in rotta di collisione con Umberto Bossi. “Un voto dato a un altro candidato è un voto contro il Veneto e verso il neocentralismo” va ripetendo oggi Comencini, che già qualche tempo fa in un’intervista a Formiche.net aveva annunciato la volontà di allearsi con Zaia. La lista indipendentista che figurerà sulla scheda elettorale a fianco di quella del Carroccio si chiama Indipendenza Noi Veneto ed è una federazione di altre sigle tra cui Veneti Indipendenti, Liga Veneta Repubblica, Progetto Nord-Est, Unione Nord-Est, Veneto Stato, Pro-Veneto Indipendente, Tea Party Veneto.
LA MORETTI SI REINVENTA AUTONOMISTA
In tema di autonomia regionale il Pd ne ha parecchie da farsi perdonare dai veneti. A partire da quel voto contrario col quale nel gennaio scorso alla Camera ha bocciato i due emendamenti presentati dalla Lega e dalla deputata trevigiana dem Simonetta Rubinato (sconfitta alle primarie regionali) per inserire nell’art.116 della Costituzione il riconoscimento di ulteriori forme di autonomia speciale per Regioni virtuose, proprio come il Veneto. Alessandra Moretti, candidata renziana del centrosinistra, pur consapevole di questi ostacoli, se ne infischia e rilancia. Ha previsto tra le sue liste anche quella ribattezzata Autonomisti veneti, e proprio qualche giorno fa ha strappato il sostegno del Bard, il Movimento Belluno autonoma Regione Dolomiti, che dovrebbe trovare spazio nella lista Veneto Civico.
Nel febbraio scorso la Moretti aveva tentato il colpo grosso: coinvolgere la bandiera dell’autonomismo veneto, quel Franco Rocchetta già deputato della Lega Nord e sottosegretario nel primo governo Berlusconi, tra gli indagati per la presunta cellula eversiva di indipendentisti. L’aspirante governatrice gli aveva chiesto di scendere in campo al suo fianco, ma il padre nobile della Liga Veneta ha declinato l’invito. Tuttavia, in tanti ricordano che nell’autunno scorso alle primarie del Pd Rocchetta e la moglie Marilena Marin si sono presentati nel seggio di Conegliano per votare la Rubinato, così da premiare il suo impegno per la causa autonomista.
ANCHE TOSI PROVA A NON ESSERE DA MENO
Il sindaco di Verona nonché ultimo leader della Liga Veneta non vuole essere da meno nella caccia al consenso autonomista. E così ha arruolato tra i suoi sostenitori una nuova forza come Veneto Stato Confederale, gruppo che ipotizza la creazione di una Regione delle Tre Venezie da rendere più libera dai vincoli romani, e sfruttando il dettato costituzionale dell’articolo 132.
GLI ALTRI CANDIDATI AUTONOMISTI
Se ognuno dei candidati principali (escluso Jacopo Berti del Movimento 5 Stelle) può contare sull’appoggio di qualche gruppo autonomista, gli altri aspiranti presidenti di Regione non sono da meno. Il primo a scendere in campo è stato Alessio Morosin, candidato governatore di Indipendenza Veneta, il cui programma elettorale ha un solo obiettivo, che poi coincide con il nome della lista. In qualità di avvocato, Morosin sarà proprio oggi davanti alla Corte Costituzionale a chiedere il referendum sull’indipendenza del Veneto nell’udienza sulla legge regionale che consente la consultazione impugnata dal governo. Con Morosin in campo c’è anche Lucio Chiavegato, leader del movimento dei Forconi, oltre a Fabio Padovan di Life (Liberi imprenditori federalisti europei). Sta infine raccogliendo le firme per candidarsi come governatore anche Gianluca Busato di Veneto Sì e Plebiscito.eu, l’organizzatore del sondaggio del marzo 2014 nel quale oltre 2 milioni di cittadini avevano espresso la loro preferenza per l’indipendenza.