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Ecco le vere novità del Giubileo (non il perdono dell’aborto)

Tra gli aspetti più originali del prossimo Giubileo straordinario della misericordia, ci sarà l’invio dei cosiddetti “missionari della misericordia”, sacerdoti che avranno il compito, nelle diocesi particolari, di “comprendere i limiti degli uomini ed esprimere l’afflato del Buon Pastore, nella loro predicazione e nella confessione”. Il compito di cui più s’è discusso è quello relativo alla facoltà di assolvere dal peccato grave dell’aborto. Ricordava Repubblica che non solo la madre potrà essere perdonata in confessione, ma anche i congiunti che anno partecipato alla decisione, i medici, gli operatori sanitari e le altre persone che abbiano eventualmente concorso a procurarlo.

LA FACOLTA’ DEL VESCOVO

Ma è una novità davvero epocale? Tutt’altro. Ed è stato lo stesso mons. Rino Fisichella, presidente del Pontificio consiglio per la promozione della nuova evangelizzazione e organizzatore del Giubileo, a chiarirlo in un commento rilasciato all’agenzia Ansa: “L’aborto è un peccato riservato come tale, perché il vescovo può già concedere di sua iniziativa la facoltà di perdono nelle diocesi, la concede normalmente al canonico penitenziere, e a volte la allarga anche agli altri sacerdoti”. L’unico aspetto innovativo è che “in questo caso il Papa la dà anche ai missionari”. Di nuovo, insomma, c’è “la fisionomia dei missionari, e quindi diventa nuovo ciò che viene dato loro per esplicitare il loro mandato. Ma rimane l’esigenza di manifestare il perdono”. In sostanza, il Codice di diritto canonico prevede già la possibilità di tale gesto, solo che era (ed è) limitato al vescovo. Il Papa ha allargato, per la durata del Giubileo, tale facoltà a un numero di terze figure, i “missionari della misericordia”, appunto.

IL CASO DI TORINO: ASSOLUZIONE DURANTE L’OSTENSIONE DELLA SINDONE

Che non si tratti d’una rivoluzione, lo dimostra anche il caso recente di Torino, dove l’arcivescovo Cesare Nosiglia ha autorizzato – in occasione dell’Ostensione della Sacra Sindone – con un decreto tutti i sacerdoti, nel territorio diocesano, a rimettere in confessione la pena canonica per chi ha compiuto un aborto. Nel decreto si legge che, essendo l’ostensione “un tempo di grazia che può tradursi in atteggiamenti di conversione”, tutti i sacerdoti e i religiosi di Torino potranno quindi assolvere il peccato dell’aborto con la remissione della scomunica latae sententiae”.

L’AQUILA, PERDONO DAL 2000

Un altro esempio è dato da quanto accade nella diocesi dell’Aquila, in Abruzzo. Lì è da quindici anni che i parroci hanno la facoltà di assolvere in confessione dal peccato (grave) di aborto. “La facoltà data ai sacerdoti, nell’anno giubilare del 2000 dall’arcivescovo, monsignor Giuseppe Molinari, non è mai stata revocata, cosicché tutti i parroci dell’arcidiocesi metropolitana aquilana, possono assolvere dal peccato dell’aborto”.

“SEGNO DEL VOLTO MISERICORDIOSO DI DIO”

Più spesso accade per periodi limitati di tempo, come a Torino e come sarà per il Giubileo della misericordia. Ad Avezzano, ad esempio, il vescovo Pietro Santoro, nel 2009, decise di concedere la facoltà di assoluzione a tutti i presbiteri della diocesi dal Giovedì Santo alle Pentecoste. “Tale estensione vuole essere un segno del Volto misericordioso del Signore che desidera entrare, attraverso l’ascolto del cuore, dentro il dramma interiore di chi non ha accolto il dono della vita”.

IL PRECEDENTE DI PARMA

Stesso copione seguito a Parma, dove dal 2013 il vescovo mons. Enrico Solmi ha disposto che ogni sacerdote possa “rimettere il peccato di aborto in determinate chiese della diocesi, negli ospedali e nelle case di cura”.



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