Anche in Parlamento si inizia a parlare del Piano Juncker, a cui Formiche.net sta dedicando approfondimenti e analisi. Ieri il Piano, o meglio il Fondo, è stato evocato nel corso dell’audizione dei vertici di Terna in commissione Industria del Senato. L’ad di Terna, Matteo Del Fante, parlando del Pacchetto Energy Union, ha menzionato i due progetti presentati da Terna nell’ambito del Piano Juncker. Si tratta del primo ponte elettrico realizzato con collegamento in cavo sottomarino tra l’Europa e i Balcani, che collegherà l’Italia e il Montenegro attraverso il Mar Adriatico. E, soprattutto, del progetto Italia-Francia con una delle più lunghe interconnessioni al mondo in cavo, attraverso tunnel e gallerie autostradali, tra cui il traforo del Frejus.
Ma che sta facendo l’Italia in vista dell’avvio, si spera non troppo tardivo e farraginoso, del fondo Feis che sarà gestito dalla Bei, la Banca europea per gli investimenti? O meglio, quali progetti presenterà l’Italia? Ci saranno delle priorità o si va verso un profluvio di idee, più che di progetti pronti per essere garantiti e finanziabili?
Le domande stanno attanagliando gli addetti ai lavori e hanno fatto capolino anche nel corso di un recente seminario organizzato dagli eurodeputati del Pd. E’ emerso tra l’altro che il governo da tempo ha istituito una sorta di comitato di lavoro composto da tecnici dei principali ministeri, oltre che dei rappresentanti della Bei e della Cassa depositi e prestiti. È stata stilata una prima lista di progetti. Ma è una lista aperta, rimarcano fonti ministeriali a Formiche.net. Ovvero, non è una lista ancora definitiva, e non è poi detto che il fondo Feis (Fondo europeo per gli investimenti strategici) approvi solo e soltanto progetti presentati dagli Stati.
Fra coloro che hanno studiato questa prima lista italiana – abbozzata a grandi linee già in occasione dell’Ecofin del 10 marzo – c’è chi è rimasto perplesso per la presenza, ad esempio, di infrastrutture che non sarebbero troppo in linea con l’impostazione del Piano Juncker. Ad esempio sono indicate la Pedemontana Lombarda e Veneta, autostrade in project financing non ancora sbloccate, e anche la E45.
Ma c’è un altro interrogativo che assilla politici di governo e addetti ai lavori: per caso l’Italia rischia di rimanere a secco visto anche che la Germania ha fame di investimenti e infrastrutture?
Come si vede, gli interrogativi vanno ben oltre quelli sollevati (ad esempio sulla reale leva finanziaria del fondo Juncker) in diversi nostri articoli. Ovviamente la curiosità di Formiche.net non finisce qui. Anzi, si accresce sempre di più su uno strumento che potrebbe (e dovrebbe) metter il turbo (se possibile presto) agli investimenti in Europa.
Qui le ultime indiscrezioni sulle fibrillazioni fra Bruxelles e Strasburgo
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