Pubblichiamo un estratto del discorso tenuto dal nuovo presidente di Federmanager, Stefano Cuzzilla, durante il congresso nazionale della federazione che è in corso a Milano (qui la notizia dell’elezione di Cuzzilla e i nuovi vertici di Federmanager).
Ringrazio i delegati, i vertici Federmanager uscenti che oggi mi passano il testimone e tutta l’Organizzazione per la stima e la fiducia che mi state accordando.
Intendo impiegare ogni energia per posizionare Federmanager al centro del sistema delle relazioni industriali, del dibattito istituzionale, politico, della società.
Come dirigente riconosco con fierezza che la nostra azione offre un contributo sociale, culturale ed economico che è sempre stato messo al servizio del Paese e che oggi merita di acquisire la giusta visibilità. Puntiamo, con impegno e responsabilità, a fare bene e a vederlo riconosciuto”.
Siamo consapevoli che la situazione generale non è favorevole. Per questo dobbiamo unire le forze per contribuire a uscire dalla crisi, dimostrando, ancora una volta, che la classe manageriale è la spina dorsale di questo Paese.
Se è vero che oggi si nominano meno dirigenti di quanto non avvenisse dieci anni fa, è nostro compito far comprendere che da una valorizzazione di questo ruolo passano le possibilità di ripresa del sistema economico e industriale.
Credo che mai quanto in questo momento sulla figura del manager si stia facendo una gran confusione. Dobbiamo reagire alle banalizzazioni e alla retorica antagonista che ci contrappone ingiustamente ad altre categorie.
Ricordiamo invece i nostri valori che sono quelli della solidarietà, del merito, della trasparenza, della responsabilità. Chi guarda a un manager deve identificarlo in questi valori. Evidenziamo il contributo dei professionisti migliori, le nostre idee migliori, la nostra mission. Siano d’esempio le best practice conseguite sui territori che sono l’esito della relazione intelligente e proficua tra imprese e manager, così come le esperienze di successo realizzate all’estero.
Poniamoci come obiettivo quello di modernizzare il nostro modello gestionale e organizzativo, che deve diventare più agile ed efficiente. Semplifichiamo e facciamo sinergia tra noi. Sforziamoci di comunicare in modo responsabile, strategico, realizzando un raccordo tra le dimensioni locale, nazionale e internazionale.
Abbiamo davanti sfide complesse che possiamo vincere solo se potenziamo la nostra capacità di innovare e la nostra velocità di reazione. Richiameremo ogni anno gli obiettivi posti, li tradurremo in conseguenti azioni per rendere concreto e proficuo il programma che ci siamo dati, potendo fare affidamento su una struttura tecnica altamente qualificata e motivata, e su eccellenze professionali diffuse sul territorio.
Urge un cambiamento di prospettiva. Dobbiamo porci come un hub strategico per tutte le eccellenze manageriali ovunque operino, che si trovino in Italia, in Europa o altrove. Anche i nostri servizi, già di alto livello, dovranno essere innovati perché sono il naturale vettore di sviluppo associativo.
Puntiamo sui giovani e anticipiamo qualsiasi rischio di frattura tra junior e senior che possa minacciare la nostra coesione. Ricomponiamo in un quadro unitario le diverse esperienze, riconoscendo inoltre che le differenze di età, di genere o di status sono elementi di ricchezza che dobbiamo capitalizzare.