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Chi osteggia la Teologia della Liberazione (di ieri e di oggi)

La calda accoglienza riservata negli ultimi tempi da Papa Francesco ai rappresentanti di spicco della Teologia della Liberazione ha alimentato critiche aspre nei fedeli più legati all’ortodossia cattolica.

Le ragioni di un’iniziativa

Un’espressione significativa di tale malessere è emersa nella conferenza “Teologia della liberazione: per i poveri o per la povertà?”, promossa ieri dalla Fondazione Lepanto e dall’associazione “Tradizione Famiglia Proprietà” al Centro Congressi Cavour di Roma. Appuntamento che ha tratto spunto dal libro scritto dal saggista peruviano Julio Loredo e intitolato “Teologia della liberazione: un salvagente di piombo per i poveri”.

L’apertura della Chiesa?

Per lungo tempo confinato nella storia turbolenta del continente latino-americano, uno dei fenomeni più vivaci e controversi del mondo cristiano – condannato da Giovanni Paolo II nel 1985 – ha riacquistato rilevanza grazie all’ascesa di Jorge Mario Bergoglio sul trono di Pietro.

Ricevendo, a giudizio dei suoi acerrimi avversari, una riabilitazione da parte di autorevoli rappresentanti dell’attuale gerarchia ecclesiastica come il Cardinale Oscar Maradiaga. Ma costituendo tuttora “una minaccia insidiosa per l’integrità dottrinaria della Chiesa di Roma”.

“Una metamorfosi pericolosa”

La ragione, spiegano gli esponenti del cattolicesimo tradizionalista, risiede nel “mutamento di pelle” realizzato dalla Teologia della Liberazione. Che, abbandonata l’originaria visione socialcomunista, avrebbe abbracciato un orizzonte di tipo “ambientalista e psicanalitico”. Cambiando le categorie di persone oppresse meritevoli di riscatto. Un tempo i poveri; oggi l’ambiente, le donne, gli omosessuali.

“Una simpatia che deve far riflettere”

Per questo, ha detto il professore di Storia delle Relazioni internazionali e direttore del Dipartimento di Scienze politiche dell’Università Cattolica di Milano Massimo de Leonardis, bene ha fatto il Papa emerito Benedetto XVI a smascherare la Teologia della Liberazione come falsa ideologia di emancipazione che utilizzava la religione per finalità politiche sovversive. “Non a caso Fidel Castro la riteneva “più importante del marxismo per l’affermazione della rivoluzione socialista”.

È stato il “modernismo” promosso nella Chiesa dai fautori della corrente progressista, precisa lo studioso, a provocare il crollo del numero di fedeli cattolici in America Latina a vantaggio delle confessioni e sette protestanti. “Mentre, laddove sono state applicate, le politiche egualitarie caldeggiate dal movimento e improntate ai modelli comunisti di austerità coercitiva hanno accresciuto la povertà”.

“Un ambientalismo anti-cristiano”

Tuttavia – ricorda il professore di Storia moderna e Storia del cristianesimo presso l’Università Europea di Roma e presidente della Fondazione Lepanto Roberto de Mattei – la Teologia della Liberazione non rappresenta soltanto il punto di confluenza tra la cultura cattolica progressista e la visione marxista, fondate entrambe sul primato della prassi nei confronti della verità cristiana.

Essa costituisce a suo avviso il punto di partenza della metamorfosi della sinistra. Reduce dal crollo del comunismo sovietico e proiettata verso “l’eco-teologia”. Una filosofia – evidenzia lo storico – che ritiene la terra un super organismo vivente, unico, totale e comprensivo di tutti gli esseri posti in relazione gli uni con gli altri.

“Una visione radicalmente evoluzionista e panteista di un mondo che si auto-genera. E che sconfessa il ruolo di un Dio trascendente e creatore dell’universo, negando e dissolvendo l’individualità e l’unicità dell’uomo essere immutabile. Allo stesso modo della teoria gender, rafforzata con il recente voto irlandese favorevole ai matrimoni gay”.

“Boff non può ispirare l’Enciclica papale sull’ambiente”

Ebbene, prosegue De Mattei, l’animatore di questa nuova forma di ambientalismo è il co-fondatore della Teologia della Liberazione Leonardo Boff: “Ammiratore dell’animismo dei popoli primitivi e del politeismo del paganesimo greco-romano, l’ex frate francescano ha trasmesso a Papa Francesco alcuni testi per la redazione della futura Enciclica sull’ambiente. Spero che il Pontefice condanni in forma ufficiale simili teorie”.



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